mercoledì 12 febbraio 2014

RIBES NIGRUM OCCHI NASO GOLA E...











 
Il Ribes nero

Ribes nigrum L
 
 
 
 
 
 
 
 
 

La droga, costituita dalle foglie1, non è iscritta nella Farmacopea Ufficiale Italiana IX del 19912. In realtà sono utilizzati anche i frutti3 e, per alcuni studi,4,5 anche i semi.
Il Ribes nero è pianta spontanea nel nord e nel centro dell'Europa e in Asia settentrionale. E' coltivato per i suoi frutti in Francia (Bourgogne) e in parecchi paesi dell'Europa centrale3.
Composizione chimica

Varia secondo l'organo considerato3.
Le foglie contengono:
  1. flavonoidi3,6,7 tra cui rutina, isoquercitrina, quercetina, miricetina, kaempferolo, sakuranetina
  2. olio essenziale (0,1-0,3 %): sabinene, cariofillene, cadinene, sabinolo, terpinolo, sesquiterpeni, etc
  3. acidi fenolici: ellagico, clorogenico, gallico, protocatechico, omoprotocatechico, caffeico, gentisico, g-resorcilico, b-idrossifenilacetico, p-idrossibenzoico, p-cumarico, o-cumarico, isoferulico, siringico, vanillico, sinapico, ferulico e salicilico8
  4. tannini condensati: prodelfinidina, epigallocatechina 6
I frutti sono ricchi di zuccheri (10-14%), di acidi organici (citrico, malico), di minerali (potassio) e di acido ascorbico, contiene numerosi derivati polifenolici: flavonoidi (rutoside, derivati glicosidati in 3 del miricetina e del kaempferolo, isoquercitrina, quercitrina, etc, e antocianosidi (glucosidi e ramnoglucosidi in 3 del cianidolo e del delfinidolo).3
Mentre i semi sono una fonte significativa di acido g-linolenico9 nella gemma è stato studiato, in particolare, l'olio essenziale
Gemma. L'olio essenziale è stato studiato ampiamente:10 sono stati descritti parecchi fenotipi ed esistono differenze notevoli fra le diverse varietà.11 I flavonoidi, ugualmente presenti nelle gemme, sono poco differenti da quelli delle foglie e dei frutti: rutoside, glicosidi della quercetina e dell'isoramnetina, 3-glucosil e 3-ramnoglucosil miricetina. 3,12
Farmacologia

Su modelli animali, gli estratti di R. nigrum hanno dimostrato diverse proprietà.

  • azione ipotensiva: la tradizione attribuisce alla foglia questa proprietà,3 dimostrata sperimentalmente sul gatto, a dosi elevate,13 e confermate nel ratto normoteso anestetizzato: l'infuso da 20 g/L (360 mg/Kg ev) abbassa la pressione arteriosa iniziale fino al 45%.14 Il frazionamento degli estratti permette di attribuire questa azione ai flavonoidi totali3. In ogni caso l'effetto saluretico notato nel ratto,13non si ritrova in altre condizioni sperimentali.3
  • E riportata una azione diuretica 1,6 senza aver trovato lavori sperimentati o clinici al riguardo.
  • azione antiinfiammatoria: l'estratto idroalcolico delle foglie dimostra, nel topo, proprietà antiinfiammatorie sia nell' edema da carragenina15,16 sia in altri modelli sperimentali (artrite indotta da adiuvante di Freund e granuloma indotto da palline di cotone). Considerata la documentata attività sperimentale delle foglie sull'infiammazione, il ribes può essere utilizzato nel trattamento dei sintomi dell'infiammazione articolare.
  • Accanto agli effetti antiinfiammatori si evidenziano anche effetti analgesici.15 L'efficacia sarebbe comparabile a quella di FANS quali l'indometacina16 ma senza gli effetti collaterali: l'uso prolungato per 28 giorni nel topo non evidenzia né lesioni gastriche né altre alterazioni istopatologiche degli organi interni. Probabilmente, l'azione antiinfiammatoria nasce, in parte, dall'inibizione della biosintesi di prostaglandine; una dimostrazione sperimentale viene dallo studio compiuto sul cuore di coniglio in cui l'estratto delle foglie, ed in particolare i flavonoidi, dimostrano la proprietà inibente sulla formazione di prostaglandine e di sostanze prostaglandino simili.17 Ed in parte, l'azione antiinfiammatoria potrebbe essere dovuta all’inibizione degli enzimi collagenasi18 ed elastasi .19
  • azione angioprotettiva: gli antocianosidi del frutto conferiscono all'estratto una marcata proprietà angioprotettiva in vivo. I risultati suggeriscono un possibile ruolo di questi composti nella protezione, ad esempio, della congiuntiva e dei tessuti elastici danneggiati da enzimi proteolitici.. Sono, inoltre, atossici.
  • altre azioni: la parte esterna del frutto ha azione spasmolitica sull'ileo isolato di cavia e azione antidiarroica.20
  • proprietà antiossidanti:21, 22, 23 queste, presenti nelle foglie,22 nei frutti21,22 e nelle gemme,22,23 sono probabilmente dovute alle sostanze polifenoliche (antocianidine in particolare) e, per quanto riguarda i frutti,21 anche alle vitamine antiossidanti.
  • insufficienza venosa: gli antocianosidi del frutto, associati al rusco (R. aculeatus), si rivelano significativamente attivi sui disturbi funzionali legati all'insufficienza venosa (dolore, edema, ecc.) e sulla microcircolazione connettivale.3 Come nel caso del mirtillo (Vaccinium myrtillus),25 i frutti ricchi di antocianosidi possono essere utilizzati in proctologia, flebologia, ginecologia e in oftalmologia dove migliorano l'acuità visiva.3

  • Azione antimicotica: è stata dimostrata l'azione fungicida della sacuranetina, un flavonoide presente nella droga 6,7.
Dosaggi e utilizzo nell'uomo

La formulazione tipica del R. nigrum è il macerato glicerinato (MG), e come tale viene utilizzato per la sua supposta attività cortison-like, priva di effetti collaterali.1 Noi non abbiamo trovato nessuno studio, sperimentale o clinico, che giustifichi questa affermazione; ricordiamo comunque che anche Benigni e coll,24 pur se su altre piante, suggerivano questa possibilità. In ogni caso, questa attività similcortisonica fa sì che il R. nigrum sia considerato "il fitoterapico per eccellenza" nelle allergie (100 gocce al giorno come MG, 1 volta al giorno, al mattino prima di colazione), nelle affezioni antiinfiammatorie, come MG al dosaggio di 50 gocce al giorno, al risveglio, e nell’osteoartrosi, associato al Pinus montano ed alla Vitis vinifera, (50 gocce di questa associazione 1 volta al giorno).
 
 
Conclusioni
 

Ci sembra il Ribes Nigrum una droga molto interessante anche se molto deve essere ancora compreso; si pensi che relativamente al meccanismo d'azione recentemente è stat dimostrato un'azione inibitoria sulla protein chinasi 26, dovura essenzialmente ai tannini che potrebbe giustificare una parte delle azioni attribuite a questa droga dalla medicina popolare e dalla ricerca scientifica.
 
 
 
 
 
Bibliografia
 
 
 
 
 
 

di M. Corradin, E. Pugno, F. Ceccherelli, C. Di Stanislao
  1. Repertorio Fitoterapeutico, OEMF Ed, 1997
  2. Le droghe della FUI, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 1991
  3. Rombi M. 100 Piante Medicinali. Composizione, meccanismo d’azione ed interesse terapeutico. Ed Romart, 220-22, 1993   
  4. Tate GA, Zurier RB. Suppression of Monosodium Urate Crystal-induced Inflammation by Black Currant Seed Oil. Agents & Actions, 43, 35-8, 1994
  5. Ziboh VA, Fletcher MP. Dose-response Effects of Dietary g-linolenic Acid Enriched Oils on Human Polymorphonuclear-neutrophil Biosynthesis of Leukotriene B4. American Journal of Clinical Nutrition, 55, 39-45, 1992
  6. Rossi M. Tinture madri in Fitoterapia, _________?, data?
  7. Teedrogen (Ed. It. A cura di R. Della Loggia), OEMF Ed.,________PAGINE?, 1993
  8. Nowak-R, Zgorka G. Phenolic Acids in Fruits and Leaves of Ribes nigrum L. and Ribes grossularia L. Acta Pol Pharm Drug Res, 54, 155-160, 1997
  9. Traitier H, Wille HJ, Studer A. Fractionation of Blackcurrant Seed Oil. J Am Oil Chem Soc, 65, 755-760, 1988
  10. Lawrence BM. Progress in Essential Oils: Blackcurrant Bud Oil Perfume. Flavor, 10-11, 54-58, 1987
  11. Kerslake MF, Menary:RC. Varietal Differences of Extracts from Blackcurrant Buds (Ribes nigrum L.). J. Sci. Food Agric., 36, 343-351, 1985
  12. Rolland O, Binsard AM, Raynaud J. Les hétèrosides flavoniques des bourgeons de Ribes nigrum. Plantes Méd. Phytothér., 11, 222-229, 1977
  13. E. Racz-Kotilla et G. Racz: Salidiuretische und hypotensive Wirkung der Auszuege von Ribes Blaettern Planta Med., 32, 110-114, 1977
  14. Lasserre B, Kaiser R, Chanh PH, Ifansyah N, Gleye J, Moulis C. Effects on Rats of Aqueous Extracts of Plants used in Folk Medicine as Antihypertensive Agents. Naturwissenschaften, 70, 95-96, 1983
  15. Mongold JJ; Susplugas P; Taillade C; Serrano JJ. Anti-inflammatory Activity of Ribes nigrum Leaf Extract in Rats. Plant Med Phytother, 26, 109-116, 1993
  16. Declume C. Anti-inflammatory Evaluation of a Hydroalcoholic Extract of Black Currant Leaves (Ribes nigrum). J Ethnopharmacol, 27, 91-98, 1989
  17. Chanh PH, Ifansyah N, Chahine R, Mounayar-Chalfoun A, Gleye J, Moulis C. Comparative Effects of Total Flavonoids Extracted from Ribes nigrum Leaves, Rutin and Isoquercitrin on Biosynthesis and Release of Prostaglandins in the ex vivo Rabbit Heart.. Prostaglandins Leukotrienes & Medicine, 22, 295-300, 1986
  18. Jonadet M, Meunier MT, Villie F, Bastide JP, Lamaison JL. Inhibition de la collagénase par les extraits de Ribes nigrum et de Cupressus sempervirens. J Pharmacol, 16, 581, 1985
  19. Jonadet M, Meunier MT, Villie F, Bastide JP, Lamaison JL. Flavonoides extraits de Ribes nigrum L. et d'Alchemilla vulgaris L. J Pharmacol, 17, 21-27, 1986
  20. Kyerematen G, Sandberg F. Preliminary Pharmacological Studies of Pecarinâ , a New Preparation from Ribes nigrum Fruits. Acta Pharm Suec, 23, 101-106, 1986
  21. Viberg U; Ekstrom G; Fredlund K; Oste RE; Sjoholm I. A Study of Some Important Vitamins and Antioxidants in a Blackcurrant Jam with Low Sugar Content and without Additives. Int J Food Sci Nutr, 48, 57-66, 1997
  22. Costantino L; Rastelli G; Rossi T; Bertoldi M; Albasini A. Anti-lipid Peroxidation Activity of Polyphenolic Extracts of Ribes nigrum. Plant Med Phytother, 26, 207-214, 1993
  23. Costantino L; Albasini A; Rastelli G; Benvenuti S. Activity of Polyphenolic Crude Extracts as Scavengers of Superoxide Radicals and Inhibitors of Xanthine Oxidase. Planta Med, 58, 342-344, 1992
  24. Benigni R, Capra C, Cattorini PE. Piante Medicinali. Inverni & Della Beffa Ed., Milano, 1962
  25. Corradin M, Ceccherelli F, Di Stanislao C. Dispensa della Scuola di Fitoterapia scientifica. A..I.R.A.S, Padova,
  26.  

venerdì 7 febbraio 2014

LA VOCE E I CINQUE ELEMENTI








                              L a b o r a t o r i o v o c a l e







 
 
  

Uno sguardo approfondito e intenso sul suono della nostra voce

CON CLAUDIA LA DELFA
 E ROBERTO POLI


L’ uso della voce, riconosciuta come strumento d'espressione, comunicazione e relazione, e’ fortemente diretto e influenzato da numerosi fattori: l’emozione che sentiamo e proviamo in un dato momento, la nostra costituzione energetica, lo stato di salute di tutti gli apparati coinvolti nella fonazione, la respirazione, la postura e l' atteggiamento equilibrato che esperienzialmente dovrebbe essere guida per ognuno di noi. Un’energia corretta per una voce e un suono, “il nostro” , corretto.

La ricerca dell'autenticita’, fulcro del laboratorio, nasce dall’idea che suono, timbro, velocita’ di emissione, volume e frequenza sono determinati dal mondo interno di ognuno di noi e dal modo di interagire con quello esterno.
 Trovare e mantenere la peculiarita’ del nostro timbro vocale, senza appesantirlo con inutili manierismi, rappresenta il cammino piu’ sano per l'emissione sonora e per la comprensione di sé e dell'altro.

Oltre alle tecniche di respirazione e di rilassamento, entreremo nella relazione della voce con i cinque elementi della medicina cinese, la dialettica comparativa dello yin e lo yang, i suoni della voce parlata, gli esercizi corporei, qi gong e l' importanza dello stretching dei meridiani,
l' interazione con alcuni punti di agopuntura, il supporto della kinesiologia applicata e la fitoterapia.

Questo tipo di lavoro esperienziale, ci portera’ a sentire e a sentirci in modo diverso e cognitivo.
Individuare la nostra voce per tipologie, significherà comprenderne le sfumature espressive, emozionali, strutturali, energetiche, al fine di portare alla luce la propria autenticita’ personale e artistica.

L 'obiettivo di Roberto Poli, kinesiologo e operatore in medicina cinese classica (shiatsu e massaggio tuina ) e di Claudia La Delfa, cantante e insegnante di tecnica vocale, è di portare i partecipanti del laboratorio vocale all'ascolto e ad una percezione più profonda del proprio suono. 

Il laboratorio vocale e’ rivolto e aperto a tutti, non richiede competenze specifiche; molto interessante per chi usa la voce quotidianamente anche in modo professionale, cantanti, attori insegnanti nonché i musicisti che intendono il suono del proprio strumento come espressione della propria voce interiore






IL LABORATORIO E' A NUMERO CHIUSO (MASSIMO 20 PARTECIPANTI)

DOMENICA  23 FEBBRAIO 2014

DALLE 20 30 ALLE 22 30

Ass.  L' Alberodonte via ponte cigoli 38  Rodengo Saiano,  Brescia




 Il costo del laboratorio è di 20 euro

E' consigliato un abbigliamento comodo ed un asciugamano/materassino per esercizi a terra

Per ulteriori informazioni,e iscrizioni contattare


 Roberto Poli al numero        3397298642

 Claudia la Delfa al numero  3483546938

Arianna Montini al numero   3333687287


















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IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO, DIGERISCI LA TUA VITA?


IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO VISTO DA OCCIDENTE A ORIENTE UNO SGUARDO IN FITOTERAPIA. 
 
 


 
 
 
 
 

LA PREMESSA E’ CHE OGNI INDIVIDUO HA LA SUA STORIA
 
 
IL COLLOQUIO ENERGETICO UNITO AI TEST MUSCOLARI DI KINESIOLOGIA APPLICATA ,
L ASCOLTO DEL SUONO DELLA VOCE,  L ESAME POSTURALE 
IL TEST DI INTOLLERANZE ALIMENTARI  E LA PALPAZIONE DEI PUNTI  DOLENTI E LA VALUTAZIONE ENERGETICA DELL ADDOME (AMPUKU ,)LA SCELTA FITOTERAPICA COSTITUZIONALE, SONO LA PREROGATIVA PER UN VERO MIGLIORAMENTO DI MOLTE CAUSE DI DISTURBI.
SPERO CHE QUESTO ARTICOLO DETTAGLIATO E MOLTO ARTICOLATO SIA COMUNQUE UTILE ED ESAUSTIVO SIA  PER I PAZIENTI, ALLIEVI DI SHIATSU E AMPUKU, E COLLEGHI  .

 

 La malattia da reflusso gastro-esofageo (RGE) è caratterizzata dal reflusso del contenuto gastrico nell'esofago ed indica l'incompetenza dello sfintere esofageo inferiore (cardiale) che, a sua volta, può legarsi a molte cause diverse[i] [ii]: 1. pressioni intrinseca sfinteriale;

 2. morfologia dell'angolo della giunzione gastro-esofagea;

 3. azione del diaframma;

4. influenza della gravità in posizione eretta.

 Il reflusso acido può determinare una esofagite peptica che dipende, a sua volta, da molti fattori differenti: 1. causticità del materiale che rifluisce;

 2. incapacità di eliminare dall'esofago e rapidamente il materiale refluito;

3. volume del contenuto gastrico;

 4. capacità protettiva locale della mucosa.

 Il sintomo principale è la pirosi retrosternale con o senza rigurgito del contenuto acido nella cavità orale.

 La pirosi è acuita dalla posizione sdraiata, compare dopo i pasti o con l'assunzione di alimenti eccitanti e nervini (caffè, the, cioccolato). Complicanze, oltre all'ulcera peptica, sono la stenosi esofagea e la metaplasia (precancerosa) di Barrett[1].

 L'ulcerazione causa odinofagia e, spesso, emorragie anche massive (ematemesi e melena).

Il dolore è identico a quello delle ulcere gastroduodenali (terebrante, trafittivo e rodente), ma spesso localizzato in sede retro-xifoidea.

 La stenosi causa disfagia progressiva per i cibi solidi. La diagnosi di RGE si fonda, in primo luogo, su una accurata anamnesi che rivela pirosi, dolore retrosternale e/o retroxifoideo, rigurgiti acidi, a volte associati a tosse o difficoltà respiratoria[2], disfagia, modificazioni sintomatologiche in rapporto alla posizione ecc. Una radiografia baritata in Trendelenburg può mostrare il reflusso, mentre l'esofagoscopia con citologia ed esame istologico sono utili per diagnosticare infiammazioni, ulcere, stenosi e metaplasia esofagea. La manometria monitorizza la pressione sfinteriale mentre la determinazione del pH esofageo[3] fornisce una prova diretta del reflusso. Il test di Bernstein è diagnostico e consiste nel riprodurre i sintomi con perfusione acida dell'esofago e nella loro scomparsa rapida dopo lavaggio con fisiologica.

 Anche quando i reperti endoscopici e radiologici sono negativi, di fronte ad una evidenza clinica e con test di Bernestein o ph-metria positiva si è giusticati a porre diagnosi di RGE. La terapia può essere medica e, nel caso di ulcere, metaplasia o stenosi, chirurgica[iii].

 La terapia medica si avvale di vari accorgimenti:

 1. sollevare la testata del letto del paziente di circa 20 cm

 2. eliminare cibi che aumentano la secrezione acida gastrica (caffè, alcool, cioccolato, grassi, ecc.)

3. abolire il fumo

 4. evitare alcuni farmaci come, ad esempio, gli anticolinergici

 5. usare 30 ml 1 h dopo ogni pasto e prima di coricarsi, di antiacidi per contatto (idrossido di alluminio e magnesio o carbonato di calcio, ad esempio), in modo da ridurre l'acidità gastrica.

 6. usare anti H2 per ridurre (ove severa) l'acidità gastrica.

 7. impiegare (per migliorare la competenza sfinteriale) degli agonisti colinergici come betanecol e mataclopramide[4].

8. gli inibitori della pompa ATPasi idrogeno-potassio (omeprazolo, lansoprazolo, ecc.) sono da impiegare solo in caso di ulcera peptica. In caso di stenosi occorre eseguire dilatazione anche endoscopica progressiva. L'emorrarggia massima necessità di intervento chirurgico d'urgenza[iv]. Gli interventi chirurgici (Belsey, Hill, Nissen, ecc.) sono da limitare ai casi complicati e possono essere anche laparoscopici videoassistiti.

 La metaplasia di Barrett implica terapia medica (antiacida o basato su inibitori della pompa idrogeno-potassio) e chirurgica, che comunque non risultano sempre risolutive1-3.

 Piccolo riassunto di punti utili per agopuntori operatori shiatsu e tuina

In Medicina Tradizionale Cinese (MTC) il RGE si ascrive a numerose categorie sindromiche: outu, weitong ecc[v][vi], tutte legate alla condizione generale definita qini (letteralmente "controcorrente")[vii].

 Secondo Kespì[viii] si deve ad una mancata armonia fra TR-Superiore e TR-Medio e, pertanto, punti attivi possono essere: neiguan, shangzhong, xiaowei, zhongwei, lieque.

Secondo altri autori[ix][x] sono interessanti alcuni punti che favoriscono la discesa e la progressione del cibo nel digerente e, fra questi, soprattutto ST43, xiaogu.

 Le osservazioni di Sciarretta[ix] e Borsarello[xii], poi, ci indicano come attivi (per ridurre l'acidità e migliorare la resistenza peptica mucosale) i punti LI11 (quchi) e SP3 (taibai).

Studi clinici cinesi ed occidentali, condotti in corso di acalasia, dimostrano che alcuni punti classici di agopuntura (ST25-36, LI4-11, CV12[xiii][xiv]) agiscono sul tono dello sfintere esofageo inferiore[xv][xvi][xvii][xviii][xix][xx].

 Vari rimedi della farmacologia tradizionale cinese possono svolgere azione procinetica e, soprattutto, antiacida[xxi][xxii]. Studiate, principalmente, sotto il profilo scientifico e la ricerca dei principi attivi, sono ramuls Zinziber officinalis[xxiii], Glycyrrhiza uralensis[xxiv] radix e Atractyloders macrocephala rhizoma[5][xxv][xxvi][xxvii].

 [1] Il presentarsi dell'esofago di Barrett tra i pazienti con malattia da reflusso ha un'importante significato clinico a causa della maggiore incidenza di adenocarcinoma dell'esofago. Tutti i pazienti che presentano sintomi da reflusso da lungo tempo dovrebbero essere sottoposti ad analisi per l'individuazione dell'esofago di Barrett. Leggi: Katzka M. et al, Med. Clin. North. Am., 2000, 84: 1137-1161 [2] Soprattutto in età pediatrica il reflusso (sindrome di Middleton) può causare asma o equivalenti asmatici. Vedi:Exercise-Induced Gastroesophageal Refluxin Nonasthmatic Children, Allergy & Clinical Immunology International., 2001, 3: 8-12 [3] Definito acid reflux test .

E' un metodo per accertare la presenza di materiale a seguito del reflusso gastroesofageo nell'esofago.Si esegue analizzando l'acidità dell'ambiente esofageo con una sonda corrispondente a un elettrodo per la misurazione del pH. Leggi: AAVV: Dizionario di Medicine e Biologia, Ed. Zanichelli, Bologna, 2001. [4] La cisapride è meno usata perché ricca di effetti collaterali. [5] Nelle forme da iperacidità in Cina si usa il Gypsum fibrosum sclerotium che, tuttavia, inibendo lo svuotamento gastrico, può aggravare, col tempo, la RGE. [6] Presso la UO di Endoscopia Chirurgica della ASL 04 de L'Aquila, diretto dalla prof.ssa A. Pistoia. [7] Da 0,30 g ciascuna. Distribuito in Italia da Shen Long srl di Guidonia (RM).

 

 L UTILITA'  DELLA FITOTERAPIA UNO SGUARDO AD ALCUNE PIANTE EFFICACI

 


Le patologie che coinvolgono o riguardano lo stomaco sono tra le più frequenti della pratica medica quotidiana, per cui può risultare utile riesaminare le proposte della fitoterapia nelle affezioni gastriche.

Sappiamo per esperienza che lo stomaco è il “bersaglio” di quasi tutti i tipi di farmaci sommi­nistrati per qualsiasi affezione e anche numerose piante danno, tra i rari effetti collaterali, di­sturbi gastrici. Altrettanto evidente nella pratica è che i disturbi dello stomaco possono ri­spondere facilmente a trattamento.

 

 

INQUADRAMENTO GENERALE DELL’ARGOMENTO

 

 

Prima di parlare delle azioni delle piante sullo stomaco, ripassiamo in modo molto essenziale le possibili alterazioni funzionali dello stomaco.

Le funzioni dello stomaco sono principalmente due:

1) meccanica

2) digestiva (secrezione acida e secrezione peptica)

Le alterazioni di queste due funzioni possono portare a quadri di discinesia e a quadri di di­spepsia.

Per le alterazioni cinetiche occorre considerare le seguenti strutture:

- esofago

- sfintere esofageo superiore: se alterato si ha “bolo isterico”, disfagia

- sfintere esofageo inferiore: se beante si ha reflusso esofageo con esofagite.

- hyatus esofageo del diaframma: a questo livello si possono avere irritazioni da ernia­zione transhyatale del fondo gastrico, singhiozzo, reflusso del contenuto gastrico a livello esofageo inferiore, esofagite.

La alterazione della motilità esofagea (spasmi esofagei) può dare in generale quadri di dolore irradiato al dorso in zona interscapolare e alla mandibole (talvolta indistinguibile da attacco coronarico), disfagia, alitosi, singhiozzo, pirosi e rigurgito, eruttazioni talore acide che possono ripercuotersi sul versante respiratorio (faringolaringite, tosse da reflusso)

- muscolatura gastrica liscia: se alterata, si possono avere atonia gastrica con rallenta­mento dello svuotamento gastrico, gonfiore postprandiale e dolore da dilatazione, nausea o ipertonia con crampi, mancata dilatazione e sazietà dolorosa precoce

Infine bisogna considerare affine dal punto di vista funzionale anche il duodeno (la clinica in talune manifestazioni è indistinguibile) e le discinesie biliari e intestinali spesso associate a quelle gastriche (alterazioni funzionali gastrointestinali, sindrome dispeptica).

Le cause di alterazione della motilità viscerale possono essere:

·         distonie neurovegetative

·         reazione a irritazione mucosa (chimica, batterica, micotica, eccetera)

·         infiammazioni o neoformazioni o aderenze

·         alterazioni ipersecretive o tentativo di compenso con ipermotilità a situazioni di ipose­crezione

Infatti secrezione e motilità sono strettamente connesse e difficilmente si ha alterazione di una sola delle due.

Per quanto riguarda le attività secretive occorre ricordare che la secrezione gastrica di acido cloridrico risulta fondamentale nella patogenesi dei disturbi gastrici. Più rare le pato­logie legate ad alterazioni della composizione non cloridrica del succo gastrico.

 

LO STOMACO IN MEDICINA PSICOSOMATICA

 

In medicina psicosomatica si descrive la tipologia che più facilmente va incontro a patologia di somatizzazione gastrica e ulcera peptica. Viene chiamata “personalità A” e descrive i soggetti dinamici, volitivi, ambiziosi, controllati e introversi, che non esternano i loro disagi, apparentemente calmi ma in realtà con ansia interna che li predispone a sviluppare disturbi come ipertensione arteriosa ed ulcera peptica; normalmente negano componente emozio­nale e faticano a verbalizzare i loro problemi.

Si può immaginarli come soggetti che non esternano le loro emozioni eppure non riescono a digerire il loro vissuto, e “resta tutto sullo stomaco”, con difficoltà dgestive, senso di dige­stione bloccata, crampi, senso di “pugno in stomaco” eccetera; oppure in talune occasioni, in modo incontrollabile, tentano di espellere ciò che non riescono a digerire ed accettare ed allora compare il vomito (che in psicosomatica è letto come espressione di rifiuto ed inca­pacità di accettare una situazione); infine possono accusare anoressia e inappetenza ner­vosa (lo stomaco si chiude perché il soggetto non riesce più ad introiettare nulla, o ne ha paura).

 

INQUADRAMENTO DELLE PATOLOGIE DELLO STOMACO
(ECCETTO NEOPLASIE E ULCERA)

 

Le patologie dello stomaco riconoscono il principale meccanismo patogenetico in alterazioni della secrezione acida, o nel prolungato contatto con secrezione biliare nel caso di reflusso biliare.

In base al meccanismo distinguiamo:

Gastriti iposecretive: caratterizzate da vari disturbi, variamente associati: lentezza dige­stiva, gonfiore addominale e dolori da tensione addominale, nausea postprandiale, borbo­rigmi ed eruttazioni, sensazione di sazietà precoce, dolori crampiformi postprandiali o che comunque non passano o peggiorano dopo mangiato, senso di oppressione toracica e son­nolenza postprandiale

Gastriti ipersecretive:  caratterizzate da pirosi, senso di languore e fame patologica, dolore gastrico a digiuno che passa mangiando, nausea a digiuno che migliora a stomaco pieno, crampi, possibile gonfiore addominale, dolore notturno.

Reflusso gastroesofageo:  caratterizzato da bruciore gastrico e retrosternale, dolori retro­sternali che possono irradiarsi al torace (a dx o a sx), lungo il collo, al dorso (all’altezza tra T4 e T7) ed essere talmente intensi da simulare l’angina pectoris ingenerando angoscia, extrasistolia, singhiozzo, alitosi, in alcuni casi tosse prevalentemente notturna, nausea e ipo­ressia o al contrario languore e aumento della fame.

Reflusso biliare: questo quadro è simile a quello della gastrite iposecretiva, può esserne in­distinguibile oppure dare dolori vaghi o intensi a livello ipocondriaco destro o sottocostali o al lato del torace, nausea, amaro in bocca al mattino, dolori epigastrici anche irradiati a livello sottoscapolare destro e alterazioni dell’alvo.

Infine ricordo che alcune allergie e intolleranze alimentari scatenano disturbi gastrici o vere e proprie coliche. In questo caso la causa può essere rivelata da accurata anamnesi (normal­mente quelli gastrici sono sintomi precoci dopo ingestione di cibo “sbagliato”) o da test di scatenamento.

E’ opportuno tenere presente che i sintomi gastrici possono essere a partenza gastrica op­pure “riflessi” allo stomaco (discinesie biliari, disturbi intestinali o pancreatici, disturbi uterini, eccetera). In questo caso il trattamento deve considerare l’origine reale del disturbo.


 

PER I QUADRI IPOSECRETIVI

 

 

(Nota generale: queste piante sono controindicate nell’ulcera peptica e nei quadri ipersecre­tivi).

Le possibilità terapeutiche fitoterapiche (mediante le piante con attività cosiddette “carmina­tive” o “digestive”) dei quadri di gastrite iposecretiva o di dispepsia caratterizzati da len­tezza digestiva, gonfiore addominale, nausea, pirosi, dolore crampiforme o da distensione, sonnolenza post-prandiale e svogliatezza sono davvero molte. Quasi tutte le spezie comu­nemente utilizzate in cucina hanno anche di queste proprietà: salvia, menta e mentuccia, dragoncello, aglio, erba cipollina, peperoncino, finocchio, rucola, eccetera. Di alcune piante sono ampiamente utilizzate le proprietà eupeptiche attraverso la preparazione di elisir e liquori digestivi: angelica, anice, carciofo, genziana, eccetera.

 

ANGELICA

 

Nome botanico: Angelica Archangelica L.

Famiglia: Apiacee o Umbellifere

Parti utilizzate: radici, [sommità fiorite, semi (frutti)]

Componenti principali: Radice: olio essenziale (composto soprattutto da alfa-fellandrene, alfa-pinene, limonene, linalolo, borneolo). La quantità di olio essenziale dipende dal tipo e dallo stato della radice: nella droga fresca rappresenta lo 0,10-0,37%, nella droga secca lo 0,35-1%, nei rizomi secchi lo 0,16-0,24%, in radici avventizie secche lo 0,33-0,61%, in ra­dici grosse lo 0,32-0,53%, in quelle sottili lo 0,93-1,08%; inoltre dipende dal luogo di rac­colta: la radice di pianta cresciuta in pianura contiene circa lo 0,426% di olio, che risulta meno aromatico, mentre quella cresciuta in montagna a 800 metri di altitudine ne contiene una percentuale maggiore, circa lo 0,518, maggiormente aromatico. Cumarine (angelicina, archicina, arcangelicina, umbelliferone, umbelliprenina, ostenolo, ostolo, xantotossolo, xantotossina, kivannina, ecc.), tannini, pectine, resine, terpeni, glucidi (saccarosio, , frutto­sio, glucosio e un trioso scindibile in fruttosio, glucosio e galattosio), sitosteroli, acidi orga­nici, lattone dell’acido 15-ossipentadecenoico (componente odoroso, le radici francesi ne sono più ricche = 20,4-27,04% = rispetto a quelle belghe = 16,3-27,04%), acido cloroge­nico, acido caffeico, acido angelico (fino allo 0,3%), acido ossalico, acido malonico, acido succinico. Vitamina B1. Frutti (semi): olio essenziale, imperatorina, e bergaptene (furocu­marine), sostanze acetiche e alcolbutiliche.

Si pensa che l’attività terapeutica sia dovuta a questi componenti (Ceccherelli et al, 2000; Suozzi, 1995): olio essenziale: azione sul sistema nervoso centrale dose-dipendente eccito-stupefacente; cumarine (angelicina): azione sedativa e spasmolitica; lattoni e flavoni: stimolazione secrezioni epato-pancreatiche; droga in toto(di cui solo lo 0,1-1% è costituito da olio essenziale): azione amarotonico (stimola la secrezione di succhi gastrici e l’appetito) aromatica, estratti acetici e alcolbutilici dei frutti: attività battericida

Azioni: a livello del sistema nervoso centrale si osserva a bassa dose azione eccitante, ad alta dose al contrario attività depressiva-stupefacente cerebrale; documentata azione anti­colinergica dell’olio essenziale; azione amarotonica e digestiva attraverso la stimolazione della secrezione dei succhi digestivi gastrici e pancreatici; è stata descritta azione batteri­cida su svariati ceppi (Staphilococccus aureus, Serratia marcescens, Mycobacterium smegmatis, candida albicans, Ervinia caratovora, Streptococcus Venezuelae, eccetera).

[Descritte anche (più per le specie orientali) azioni broncodilatatrici e antiasmatiche, coro­narodilatatrici, antiaggreganti, antiaritmiche, regolarizzanti la motilità uterina, ma non sono riportate nei manuali europei perché tali azioni sembrano doversi ascrivere all’attività della ligustilide e dell’acido ferulico, presenti nell’Angelica sinensis ma non isolati in quella Ar­changelica].

Titolazione: non essendo iscritta alla FU non è richiesta titolazione. Cumarine (angelicina)

Indicazioni: fin dal XVIII secolo sono note ricette di uso domestico di digestivi alcolici ed eli­xir stomacici. E’ indicata nelle convalescenze, anoressia, dispepsie, meteorismo, enteriti, nel ritardo mestruale per favorirne la comparsa. L’infuso dei frutti si usa come antispastico della muscolatura liscia. L’Angelica sylvestris ha anche azione antitussigena ed espetto­rante

Controindicazioni e avvertenze: controindicata in casi di ulcera gastrica e duodenale. Nelle modalità di uso comune non è tossica. Tuttavia ad alte dosi deprime le attività che a bassa dose stimola, dà nausea, difficoltà digestive, depressione del sistema nervoso centrale fino a morte per depressione cardiorespiratoria.

Le furocumarine aumentano la fotosensibilità cutanea, tuttavia esse sono presenti soprat­tutto nei frutti.

Interazioni: per la presenza di furocumarine interagiscono con i raggi ultravioletti (esposi­zione al sole).

Formulazioni e posologia:

droga secca: 4,5 gr/die;

estratto fluido 1:1 : 1,5-3 gr.; poiché 1 grammo sono circa 50 gocce, avremmo 25-50 gtt x 2-3 volte al dì

tintura (20% estratto fluido e 80% alcool 60°): ½ - 1 cucchiaino due tre volte al dì

tintura madre: 30-40 gtt due tre volte al dì (Rossi, 1992)

Infuso: gr. 2 di radice contusa in 150ml di acqua bollente in infusione per 15’: bere una tazza 30’ prima di ogni pasto.

Associazioni utili: sconsigliabile l’associazione con altre piante amare (Firenzuoli, 2000). Per esempio:, Camomilla romana, Melissa, Biancospino, Passiflora, Zenzero; Rosmarino, Tiglio, Agrimonia

 

PER I QUADRI IPERSECRETIVI

 

Tutto sommato le piante disponibili per i quadri ipersecretivi sono minori di quelle disponibili per quelli iposecretivi.

Tra quelle disponibili abbiamo selezionato le seguenti:

Altea: per l’azione lenitiva, decongestionante e cicatrizzante

Camomilla matricaria: per l’azione lenitiva, antispastica, analgesica

Liquirizia: per l’azione iposecretiva, lenitiva, citoprotettiva, digestiva

Malva: per l’azione lenitiva, citoprotettiva e cicatrizzante

Passiflora: per l’azione sedativa e antispastica

Uncaria Tomentosa: per l’azione citoprotettiva e antiflogistica

Abbiamo presentato lo Zenzero nella sezione delle gastriti iposecretive, tuttavia potrebbe es­sere inserito anche tra queste, data la sua azione citoprotettiva e antiulcerosa. La motiva­zione della scelta di presentarlo nei quadri iposecretivi è che ha azione procinetica ed eu­peptica.

 

 

ALTEA

 

Nome botanico: Althea Officinalis L.

Famiglia: Malvaceæ

Droga: fiori, foglie e radici

Componenti principali (Suozzi, 1995; Ceccherelli et al, 2000; Firenzuoli, 2000): mucillagini (10-20%): acido d-galatturonico, metilpentoso, arabino-galattani, galatturono-ramnani; anto­ciani, asparagina (2%), amido, pectine (11%), polifenoli: flavonoidi (isoquercitrina, astraga­lina, populina) e tannini; zuccheri; tracce di olio essenziale, steroli.

Titolazione: non richiesta

Si pensa che le azioni siano dovute ai seguenti componenti: mucillagini: azione lenitiva

Azioni: lenitiva, emolliente, citoprotettiva per contatto (mucillagini si rigonfiano d’acqua e formano un film protettivo sulle mucose e sulla pelle) (Firenzuoli, 2000). Ipoglicemica [?] (Handa et al, 1989). Antitussigena (non espettorante) nelle tossi stizzose e secche (Cecche­relli et al, 2000)

Indicazioni: flogosi anche ulcerative delle mucose orale e gastrointestinale: glossiti, paro­dontopatie, faringiti, esofagiti, gastriti, enteriti, [diarrea], dolori addominali (algomenorrea), congiuntivite, irritazioni cutanee (per impacco), tosse.

Controindicazioni e avvertenze: non note. Data la ricchezza in mucillagini potrebbe teori­camente inibire o ritardare l’assorbimento di principi attivi di farmaci contemporaneamente assunti, per cui è preferibile assumerla a distanza da altre preparazioni terapeutiche (Firen­zuoli, 2000).

Formulazioni e posologia:

Macerato a freddo estemporaneo: 1 cucchiaio di radice sminuzzata in acqua per 3-5 ore, senza far bollire, poi filtrato e bevuto (Firenzuoli, 2000)

Infuso di foglie: i principi attivi sono scarsi e non dosati, per cui ad esempio Firenzuoli scon­siglia questa preparazione (Firenzuoli, 2000)

Estratto fluido: 2-5 g/die (Refit 97); 30 gttx3/die in poca acqua (Qi&Phytos)

Polvere di radice: 6 g/die (refit 97); capsule da 500 mg: 2 cpx2-3/die (Firenzuoli, 2000)

Sciroppo semplice: EF 2-5 g portato a 100 g con sciroppo semplice FU (Ceccherelli et al, 2000)

Decotto: far bollire 30 g di droga in 1 litro di acqua per 15 minuti, filtrare e far raffreddare, usare per gargarismi e risciacqui ogni 2 ore (Penso, 1993)

Associazioni utili: Menta, Liquirizia, Zenzero; può essere associata ad altre piante lenitive o lassative ricche di mucillagini (Malva, Lino); oppure utilizzata come veicolo di oli essenziali ad attività balsamica e antispastica (es: OE Menta).

 

 

 

Bibliografia: [i] AAVV: Manuale Merck di Diagnosi e Terapia, Sezione 3: Malattie Gastrointestinali, 7Th Ed., Ed. Mediform Italia, Milano, 1999. [ii] Isselbacher K.J. et al. (eds): Harrison. Principi di Medicina Interna, 13Th Ed., Ed. Mac Graw Hill Italia, Milano, 1996. [iii] Zanussi C. (a cura di): Breviario terapeutica, Ed. Selecta Medica, Pavia, 2000 [vi] Valdoni A.: Manuale di Chirurgia, Ed. Vallardi, Roma, 1974. [v] Traidou P.: Histoire de la notion de maladie en Chine, Rev. Fr. D'Acupunct., 1999, 98:7-24. [vi] Minelli E., Sciantarelli C.,: L'agopuntura nella terapia del vomito in corso di chemioterapia, Quaderni di cure palliative, 1999, 7(2): 115-121. [vii] Ming O.( chief ed.): Terminology in TCM, Joint Publications, Hong Kong, 1989. [viii] Kespì J.M.: Cliniques, Ed. Guy Trèdaniel, Paris, 1989. [ix] Yuen J.C.: Energetica Generale, policopie, Ed. AMSA, Roma, 1997. [x] Bologna M., Di Stanislao C., Corradin M. et al.: Dietetica Medica Scientifica e Tradizionale, Ed. Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1999. [xi] Sciarretta C.: Lezioni di agopuntura, Vol I-III, policopie, Ed. AMA, Ancona, 1983. [xii] Borsarello J.F.: Gastroenterologie et Médicine Chinoise Tradittionnelle, Ed. Masson, Paris, 1987. [xiii] Dumitrescu I.: Agopuntura 2.2 (CD), Ed. Nuova Ipsa, Palermo, 1998. [xiv] Di Stanislao C., Galluzzo E.: Updating on usage of acupuncture and Chinese Traditional

Medicine in Gastroenterology, Probitiocs, Prebiotics & New Foods, Internetional Meeting, Roma, 2-4 settembre 2001, Atti, Ed. Idea CPA, Roma, 2001. [xv] Guelrud M, Rossiter A, Souney PF, Rossiter G, Fanikos J , Mujica V. The effect of vasoactive intestinal polypeptide on the lower esophageal sphincter in achalasia Gastroenterology 1992., 103: 377-382. [xvi] Kaada B. Successful treatment of esophageal dysmotility and Raynaud's phenomenon in systemic sclerosis and achalasia by transcutaneous nerve stimulation. Increase in plasma VIP concentration. Scand J Gastroenterol 1987., 22: 1137-1146. [xvii] Chang FY, Chey WY, Ou Yang A. Effect of transcutaneous nerve stimulation on esophageal function in normal subjects.Evidence for a somatovisceral reflex. Am J Chin Med 1996., 24: 185-192. Med 1994., 14: 174-179. [xviii] Guelrud M, Rossiter A, Soundey PF, Sulbaran M. Transcutaneous electrical nerve stimulation decreases lower esophageal sphincter pressure in patients with achalasia. Dig Dis Sci 1991., 36: 1029.1033. [xix] Tusheng S. Acupuncture at JianJing for treatment of achalasia of the cardia. J Tradit Chin., 1994; 14: 174-179. [xx] Di Stanislao C., Galluzzo E.: Patologia Gastroenterica, in Libro Bianco sull'Agopuntura e le altre Terapie della Tradizione Estro-Orientale, AAVV, Ed. SIA/CEA, Milano, 2000. Tesi le piante per lo stomaco di Marialucia Semicci e Maurizio Corradin [xxi] Massarani E.: Erbe in Cina, Ed. ESI, Milano-Roma, 1981. [xxii] Lie H.: L'impiego dei diversi principi erboristici tradizionali nelle più comuni sindromi degli Organi e Visceri, Riv. It. D'Agopunt., 1999, 97: 67-88. [xxiii] Di Stanislao C., Corradin M.: Note sullo Zenzero fra scienza e tradizione, Riv. It. D'Agopunt., 1999, 97: 49-56. [xxiv] Semizzi M.: Alcune piante per lo stomaco, Tesi Finale di Diploma, Corso di Fitoterapia Scientifica, AIRAS, Padova, 2001. [xxv] Giullaume G., Chieu M.: Pharmacopèe et Médicine Traditionnelle Chinoise, Ed. Presence, Paris, 1987. [xxvi] Bensky D., Gamble A.: Chinese Herbal Medicine, Materia Medica, Eastland Press, Seattle, 1986. [xxvii] Iommelli O., Di Stanislao C., Giannelli G., Lauro G.: Manuale di Fitoterapia Comparata, Ed. Casa Editrice Ambrosiana-Div. Zanichelli, Milano, in press.

giovedì 6 febbraio 2014

Il sonno nel bambino in medicina tradizionale cinese




 
 
 
I disturbi del sonno nel bambino
in Medicina Tradizionale Cinese




Riassunto: Si analizza l’importanza fisiologica del sonno sia nel campo accademico che sotto il profilo energetico. Dopo un rapido excursus sulla relazione sonno-veglia ed i cicli di circolazione della weiqi, s’illustra un progetto di trattamento tuina per i disturbi infantili propri del sonno (insonnia, enuresi, pavor).

Parole chiave: sonno, insonnia, pavor notturno, enuresi, weiqi, tuina




La medicina occidentale

La medicina occidentale attuale conosce ormai assai bene come avviene il sonno e quali sono le strutture coinvolte mentre è ancora da definire quale sia la sua funzione anche se negli animali da esperimento si è messo in evidenza che la privazione del sonno abbia provocato danni fisici sempre più gravi fino alla morte.
In volontari umani invece la privazione del sonno ha evidenziato sonnolenza e irritabilità; esso sembra modulare i ritmi circadiani dei vari processi biologici, per esempio del sistema immune con un evidente riflesso sullo stato di salute.
Vi sono a tutt’oggi alcune teorie al riguardo della funzione del sonno:

  • Quella del recupero: il sonno serve a facilitare la crescita e le riparazioni tissutali e quindi lo stato di veglia potrebbe provocare deficit somatici e cerebrali. Per esempio nella fase REM vi è un aumento delle sintesi proteiche e delle mitosi: e quindi il recupero del tessuto cerebrale mentre nella fase NREM si riparerebbero i tessuti dell’organismo. Questa ipotesi è molto contrastata.
  • Quella del risparmio energetico perché si ridurrebbero le spese metaboliche
  • Quella dell’apprendimento e della memoria per la quale durante al fase REM avverrebbe l’adeguamento degli schemi mentali alla realtà acquisita nella veglia
  • Quella del disapprendimento per la quale si eliminerebbero i dati in eccesso
  • Quella psicanalitica per la quale il sogno sarebbe un canale di comunicazione fra inconscio e coscienza

Comunque sia ogni teoria è concorde nell’affermare che il sonno è un processo attivo e non una fase di ritiro dalla realtà e che è fondamentale per il mantenimento di un buon stato di salute.
Esistono delle notevoli diversità fra il sonno dell’adulto e quello del bambino.
Infatti nell’adulto è formato da 4 fasi NREM o sonno quiescente: il soggetto è immobile, il tono muscolare è ridotto, il respiro poco profondo il battito cardiaco rallentato. E’ la fase di vero e proprio riposo la quale copre il 75-80% del totale.
Vi è poi la fase REM o sonno attivo che ricopre il 20-25% del totale: il soggetto si può contorcere, gli occhi hanno movimenti rapidi e compare il sogno. Il polso è rapido e il respiro irregolare. Verso il mattino la fase REM diviene più lunga.
Il sonno del bambino si avvicina a questo tipo di sonno verso i cinque anni anche se alcune differenze minori permangono fino all’adolescenza.

Anche la durata del sonno varia con l’età, in particolare:

  • Neonato : dorme 16 ore al giorno ( con intervalli di sonno di 2,5 - 4 ore) ed inizia con lo stadio REM attivo e non con il 1° stadio del NREM. Il REM è maggiore che nell’adulto (55% del totale). Vi è poi una fase che viene chiamata indeterminata e che e corrisponde al 15%.
  • Primo anno: il neonato sano dorme ora 13 ore e mezza poiché riduce progressivamente il sonno diurno. I periodi di sonno crescono fino a 6 ore e le fasi REM si riducono via via ( a sei mesi è il 25%).
  • 1-6 anni: in questo periodo il sonno si riduce progressivamente fino 9,5 ore, a 5 anni generalmente il bambino non dorme più durante il giorno e la durata del sonno REM scende fino al 20%; gradatamente l’EEG del bambino e dell’adolescente si sovrappone a quello dell’adulto.

La medicina tradizionale cinese

Secondo la medicina cinese una delle principali proprietà dell’energia wei è di assicurare, attraverso il cambiamento del luogo di circolazione, i grandi ritmi di base della veglia e del sonno: essa infatti è come la grande regolatrice dell’orologio biologico che regola i ritmi circadiani, così come specifica il Ling Shu "in un giorno e in una notte ella compie 50 giri nel corpo. Il giorno circola 25 giri nello yang, la notte 25 giri nello yin e attraversa i cinque organi. La circolazione diurna, sulla superficie del corpo, è descritta a partire dal risveglio all’alba quando la fine dello yin e la pienezza dello yang si esprimono attraverso l’apertura degli occhi simbolo dell’attività cerebrale e della coscienza diurna.
Durante la notte l’energia wei si concentra a livello del rene, da qui al cuore e agli altri organi seguendo la legge di inibizione: vengono così compiuti i venticinque cicli a partire e tornare al rene.
Il rene dunque ha un ruolo fondamentale sia come organo di deposito che come ultima stazione di purificazione dell’acqua e quindi di formazione dell’energia wei: ecco perchè nei disturbi del sonno occorre sempre sostenere l’energia renale.
D’altra parte il ritmo sonno-veglia è in correlazione con l’equilibrio yin/yang dell’organismo, è il sonno la fase yin che prelude, nutre, genera e consente la veglia yang.
Anche l’equilibrio esistente fra i meridiani curiosi yinqiao e yangqiao, che originano rispettivamente dal rene e dalla vescica, consente un buon ritmo sonno-veglia: il primo infatti consente la chiusura delle palpebre mentre il secondo ne determina l’apertura. Un eccesso di energia nello yinqiao determinerà ipersonnia mentre l’insonnia sarà dovuta ad un eccesso energetico dello yanquiao.
Quando l’energia yang è in eccesso e lo yangqiao è in pienezza essi non possono penetrare nello yin che è in vuoto e compare l’insonnia.

Nel Da Cheng troviamo:
"Nel neonato (Ying, di età inferiore ai due anni) i cinque organi e i sei visceri il sangue e l’energia non sono ancora definiti, la respirazione è veloce, e le energie rong e wei diffondono dall’interno all’esterno per concentrarsi a livello delle mani e dei piedi".
"le malattie del bambino ( Shau, fino a cinque o sei anni) non hanno alcun rapporto con i sette sentimenti (psichismo). Quando non interessano i meridiani del fegato esse sono in rapporto al meridiano della milza, quando non interessano il meridiano della milza esse si rapportano al meridiano del fegato".

Il legame energetico con la madre è, per altri autori, fondamentale per cui un vuoto di rene o dell’energia dei meridiani curiosi determinerà un medesimo vuoto nel bambino così come immaturità patologiche del polmone, della milza o dello shen del cuore sono dovute a turbe analoghe nella madre.
Il bambino è yang puro cioè il suo yang è abbondante e mobile, è iperattivo. Le sue strutture, la sua forma ma anche la sua energia sono fisiologicamente fragili e delicate, lo yin e lo yang sono puerili, non sono armonici; le energie del fegato e della milza sono le più frequentemente interessate nella sua immaturità energetica, ma anche il polmone e il rene sono immaturi.
Tutto ciò fa si che sia preferito, come tecnica terapeutica, il massaggio e la moxibustione.
Con il passare degli anni, ma ad una età che varia secondo i vari autori fra i sette e i dieci anni la maturazione dei meridiani diventa completa ed il bambino è adulto da un punto di vista energetico: la scomparsa delle cartilagini di coniugazione, ugualmente rette dal rene, dimostrano l’avvenuta maturità.
E’ allora che i trattati classici consigliano l’uso degli aghi, del fior di prugna e della coppettazione sui meridiani anche se altri autori occidentali ma anche ospedali cinesi praticano in tutte le età l’agopuntura infiggendo molto rapidamente e poi rapidamente togliendo l’ago; se con questa tecnica il bambino piange troppo interrompere questo trattamento perchè la paura può aggravare il vuoto di rene.

Le turbe del sonno

Le turbe del sonno sono normalmente classificate in medicina occidentale come:

  • le parasonnie che intervengono nel sonno disturbandolo. Comprendono gli incubi, i terrori notturni, il sonnambulismo, il bruxismo notturno, le mioclonie neonatali benigne notturne.
  • le dissonnie che interferiscono con l’inizio o con la continuazione del sonno come risvegli notturni o problemi di addormentamento. Si tratta di turbe che possono continuare anche in età adulta.

Il trattamento in medicina occidentale è praticamente inesistente limitandosi all’analisi e al tentativo di intervenire sui fattori di contesto, mentre, almeno nei casi più gravi, è rappresentato da quello farmacologico (antistaminici, antidepressivi triciclici o ipnotici) con effetti collaterali notevoli e con nessuna efficacia per trattamenti a lungo termine.
Secondo la medicina cinese l’insonnia può essere di origine esterna, cosmica.
(le energie perverse determinano insonnia da pienezza), di origine psichica ( un eccesso dei sette sentimenti determinano insonnia da vuoto) o di origine alimentare (un eccesso dei sapori determina insonnia da pienezza dell’organo corrispondente al sapore).
Nei bambini, dopo aver escluso, nel colloquio con la madre, quella da origine esterna e alimentare, le dissonnie, il pavor notturno ma anche l’enuresi sono correlabili in genere all’ immaturità renale tipica dell’infanzia: infatti da un punto di vista embriologico la funzione del rene regge l’organo rene ma anche l’apparato urinario, le ghiandole surrenali e le gonadi per cui si può manifestare immaturità sessuale, enuresi o turbe della evacuazione per alterato controllo degli orifizi inferiori.
Occorre infatti ricordare che i sette sentimenti non sono in gioco nelle patologie infantili ma che quelli della madre possono influenzare la sua energia.

L’esperienza in corso

Indagini condotte da alcuni pediatri di famiglia della Provincia di Firenze hanno dimostrato una prevalenza di risveglio notturno nella popolazione prescolare del 21,5% fra 1 e 2 anni, del 18,9% fra 2 e 3 anni dell’11% fra 3 e 4 anni; queste sono anche le età maggiormente rappresentate fra i piccoli utenti di Fior di Prugna, l’ambulatorio di medicina tradizionale cinese della Azienda sanitaria di Firenze aperto dall’ottobre 95 e rivolto al trattamento di donne e bambini italiani e stranieri con particolare attenzione all’utenza cinese.
Da ciò la decisione di definire i protocolli di trattamento delle dissonnie (mancato addormentamento e risveglio), ma anche del pavor notturno e delle enuresi che pur meno frequenti, riscuotono grandi benefici dal trattamento in medicina tradizionale cinese.
Al di la di singoli trattamenti di seguito specificati, vi è un approccio comune al problema e un grande coinvolgimento dei genitori, più frequentemente la madre, sia nella fase anamnestica che nella terapia.
In particolare durante il colloquio occorre definire con cura il problema, l’entità effettiva del sonno, gli orari giornalieri generali; occorre indagare le cosiddette variabili di contesto cioè verificare che vi sia una corretta alimentazione anche notturna almeno fino a 6 mesi, analizzare il contatto fisico con i parenti, i rituali di preparazione al sonno, quello che in psicanalisi viene chiamato oggetto transizionale, cioè il "compagno" che sostituisce la figura genitoriale, il temperamento del bambino, cioè la sua tipologia energetica, eventuali storie anamnestiche di sofferenza perinatale o di nascita pretermine che sono correlati ad una diminuzione di sonno o infine se esistono stress psicosociali familiari.
In particolare vengono date indicazioni sulle attività routinarie più adatte a favorire il sonno come fare il bagno, lavarsi i denti, andare in bagno, farsi leggere qualcosa, fare giochi tranquilli ecc.
Anche l’attitudine alla pulizia è retta dal rene quindi assumere l’abitudine di lavarsi regolarmente e quella di evacuare sul vasino rafforzano la struttura renale e quindi l’armatura ossea.
Viene inoltre richiesto alla madre di apprendere e poi praticare giornalmente alcune manovra di massaggio come:

1)aprire il grande cancello del cielo

Si tratta contemporaneamente il punto Tianmen (cancello del cielo) che si trova sulla linea mediana della fronte, a metà strada fra la linea che unisce le due sopracciglia e la linea dell’attaccatura dei capelli, il punto Meixin (centro delle sopracciglia) che corrisponde al P.C. 3, e il punto Xinmen (o Xinfeng, porta dello spirito) che si trova lungo la linea sagittale mediana della testa oltre l’attaccatura dei capelli.

La superficie palmare delle mani sulla testa, i pollici in corrispondenza di Meixin, centro delle sopracciglia, essi si rincorrono a massaggiare la fronte lungo la linea sagittale, fino oltre l’attaccatura dei capelli.

La tecnica è quella della manipolazione di spinta con il polpastrello del pollice che sfrutta il movimento di opposizione delle dita, la quale promuove la circolazione dell’nergia e del sangue

Si effettuano 30-50 massaggi e il bambino comincia a sbadigliare.

Questo trattamento può essere utilizzato anche nelle cefalee, modica sudorazione, anidrosi, depressione, febbre, ostruzione nasale, rinorrea, congiuntivite

2) spingere lateralmente il palazzo dell’acqua

Si tratta la zona kangong (palazzo dell’acqua)che corrisponde alle sopracciglia, con la tecnica di manipolazione di spinta e divisione: essa utilizza i polpastrelli di entrambi i pollici che poggiati sull’estremità interna del sopracciglio arrivano a quella esterna allontanandosi fra di loro.

La manovra va ripetuta 25-30 volte

3) impastamento del Taiyang (grande yang) o dividere lo yin dallo yang

Localizzato nella regione temporale, a metà strada della linea orizontale che unisce l’estremità del sopracciglio con la zona di attaccatura dei capelli, in un crepaccio.

La tecnica utilizzata è l’impastamento con indice sostenuto dal medio o con il pollicei in senso antiorario cioè verso l’orecchio per stimolare il freddo per combattere il calore per 40-50 volte

4) impastamento di Shenjing (al centro del polpastrello del mignolo, corrisponde al rene) e Shending (alla sommità del polpastrello del mignolo, corrisponde al rene);

si afferra il 5° dito tra indice e medio della mano sinistra e si effettua un impastamento rotatorio con il pollice della mano destra

100-200 volte

5) frizione paravertebrale del dorso

con l’indice e il medio della mano, parallelamente in corrispondenza del meridiano della Vescica (ramo interno ed esterno) per 30 volte dall’ occipite al sacro oppure spazzolare 2-3 volte la stessa zona con spazzola morbida o pettine

6) manipolazione di carezzamento della parte posteriore del tronco

il palmo della mano friziona in senso orizzontale il tronco; la manovra è dolce e decisa per riscaldare la cute e mobilizzare l’energia difensiva

Durante le sedute in ambulatorio, in aggiunta ai punti precedenti, viene effettuato il seguente trattamento

Pavor notturno

La comparsa dei sette sentimenti nel bambino inizia con la comparsa della paura, sentimento che ha un movimento contrario allo yang che lo caratterizza e aggrava la sua immaturità renale. Si assiste dunque alla liberazione del fuoco del cuore e alla comparsa dei terrori notturni.

Trattamento:

1) 7 C con ago ( messo e tolto) o con seme di colza lasciato a dimora per tutta la notte
2) 6 Rn 62 V con moxa per equilibrare lo yin Yang

Enuresi

E’ dovuta ad immaturità o vuoto del rene e corrisponde ad una emissione involontaria di urina durante la notte. Occorre evitare di brontolare i bambini poichè la paura o l’apprensione che inibiscono ulteriormente il rene determinano un aggravamento del sintomo.

Trattamento:

1) 2 VC 3 VC 4VC con coppetta sulla cui sommità vi è una pompetta per determinare il vuoto (ben accette e sono molto efficaci) o in alternativa fior di prugna leggero o moxibustione o massaggio sul Dandien (campo dell’elisir che corrisponde ai due quinti centrali della linea ombelico-pubica cioè alla zona del 4VC 6VC)
si friziona per 5 minuti ( con il polpastrello di indice, medio e anulare o con il palmo della mano, secondo le dimensioni dell’addome) o si impasta (pressione e rotazione ) per 100-150 volte il Dandien per ottenere la tonificazione del rene
2)trattamento di Shenshu punto che corrisponde al rene, a 1,5 distanze sotto l’apofisi spinosa di L2
Si impasta simmetricamente e contemporaneamente il punto per 50-100 volte
3)Kueiwei (coda della tartaruga)
si trova sulla punta del coccige e viene impastato con indice e medio per 100-150 volte
4)Chiangqiang (sempre forte, VG1)
si trova a metà distanza fra la punta del coccige e l’ano Impastamento con indice e medio o pollice 100-150 volte
5) Sanyinjiao (6 RT incrocio dei tre yin) (trattamento saltuario)
Spinta e impastamento verso l’alto per 100-150 volte per tonificare lo Yin
6) yongquan (sorgente che zampilla )
Corrisponde al punto 1 Rn.
Impastamento e pressione con il polpastrello del pollice e spinta verso la regione distale del piede per 70-100 volte

Insonnia

1) impastamento di Baihui (cento riunioni)
Corrisponde al 20VG dell’adulto
Si impasta con il polpastrello del pollice, molto delicatamente, per 80-100 volte
Questa manovra è proibita nelle patologie gastriche o coliche perchè può indurre rigurgito, nausea, vomito
2) impastamento del Xinjing (centro del polpastrello del dito medio, corrisponde all’energia del cuore ) 100-200 volte
3) impastamento di Xiaotianxin (radice del palmo della mano, fra le eminenze tenar e ipotenar , corrisponde all’energia del cuore ) 100-200 volte




 

Bibliografia Essenziale

 

 

·         Sonia Baccetti, Luca Meli, Filippa Terranova, Antonella Traversi

  1. Shizuo T., Masajro I., Masao O.: Perché si dorme perché si sogna, Newton, 1998, 2: 70-85.
  2. AAVV: Actes du congrès du cinquantenaire de l’AFA au château de Montvillargenne a Chantiilly - octobre 1995.
  3. Orientamenti MTC - anno 11 -n.1 1994-, edizioni Paracelso
  4. Revue francaise de Medecine Traditionelle Chinoise. Le mensuel du medecin acupuncteur - novembre-decembre 1988 - 131
  5. Revue francaise de Médecine Traditionelle Chinoise le mensuel du médecin acupuncteur - janvier-fevrier 1989 - 132
  6. Revue francaise d’acupuncture - 5e année n°20 - octobre/novembre/décembre 1979
  7. C. Rempp, comunicazione personale al Corso di aggiornamento presso la Scuola di Agopuntura della città di Firenze, maggio 1995.
  8. Orientamenti mtc - anno 1 -n.3 1984-, edizioni Paracelso
  9. AAVV: Infantile tuina therapy - Luan Changye - Foreign Language Press, Beijing, 1989
  10. Van Nghi N., Cracolici F.: Massaggio e moxibustione in pediatria, policopie, Ed. Scuola di agopuntura tradizionale della citta’ di Firenze, 1995.
  11. Sotte L.: Rivista italiana di medicina tradizionale cinese - anno 8° n°3 maggio-giugno 1992 - i quaderni di medicina: il massaggio pediatrico cinese.
  12. Caspani F.: Teoria e Pratica del Micromassaggio Estremo-Orientale, Ed. Red, Como, 1987.
  13. Scott J.: Une médicine naturelle pour vos enfants, Ed. Robert Laffont, Paris, 1989.
Blein T.: La médicine chinoise pour vos enfants, Revue Tao Yin, 1997, 1