lunedì 3 febbraio 2014

La passiflora fiore della passione

                

 

         La Passiflora nel cuore il fiore dello Shen

 
 

 
 
 
 
RIASSUNTO: In questa scheda viene presentata la letteratura più recente e significativa riguardante la Passiflora Incarnata.
Gli studi con estratto di pianta dimostrano effetto sedativo e ansiolitico con meccanismo non ancora certo, ma probabilmente agonista parziale del recettore per le benzodiazepine: infatti un monoflavone estratto dalla pianta, la Crisina, si è dimostrato essere un ligando per i recettori per le benzodiazepine, sia a livello centrale (con meccanismo competitivo) che periferico (con meccanismo di tipo misto). Segnalata anche azione ansiolitica, antispastica viscerale.
Dalla Passiflora è stato inoltre isolato un agente antibiotico (Passicol).
Svariate azioni sono state attribuite al flavonoide Crisina: antinfiammatoria, antitumorale, antispastica viscerale nelle crisi di astinenza da morfina, protettrice verso i danni cutanei da radiazioni, antidiabetica. Tuttavia secondo alcuni autori tale flavonoide non sarebbe reperibile nella pianta o perlomeno non in quantità significative, pertanto gli effetti riscontrati con l’uso di pianta intera non potrebbero essere attribuiti ad esso. Al momento attuale delle conoscenze, le indicazioni all’uso della Passiflora restano pertanto solo il trattamento dell’ansia e dell’insonnia e come coadiuvante nelle neurodistonie viscerali.
 
PAROLE CHIAVE: Passiflora. Fitoterapia. Ansiolitici. Sedativi. Crisina. Flavonoidi.
 
 
 
INTRODUZIONE
Per lungo tempo la Passiflora ha fatto parte della medicina popolare. In tutta Europa viene comunemente utilizzata come sedativo, mentre in Francia e in Svizzera è utilizzata (in associazione con altre piante ad attività sinergica, prevalentemente Crataegus) anche per i suoi supposti effetti cardiotonici (Meier, 1995a). Nonostante già nel 1867 siano stati segnalati effetti sedativi da parte di Phares (Benigni et al, 1962), solo negli ultimi anni sembra aver attirato l’attenzione dei ricercatori (Oga et al, 1984; Brasseur et al, 1984), per cui la letteratura recente disponibile è meno corposa rispetto a quella relativa a molte altre piante. In più studi è stata indagata in associazione con altre piante, specialmente il Crataegus, per cui gli effetti riscontrati non sono sicuramente attribuibili alla Passiflora (alcuni anzi sono stati poi documentati per Crataegus, come quelli sullo scompenso cardiaco e sui livelli lipemici – Von Eif et al, 1994). Gli effetti indagati e accertati al momento sembrano solo quelli a livello del Sistema Nervoso Centrale, dove è ormai documentata un’azione sui recettori per le benzodiazepine sia centrali che periferici, con meccanismo competitivo a livello centrale e misto a livello periferico (identificato come ligando per i recettori delle benzodiazepine il 5,7-di-OH-flavone Crisina, un flavonoide isolato dalla P. coerulea)  (Wolfman et al. 1994). Peraltro sono segnalati svariati altri effetti, attribuibili all’azione del flavonoide Crisina su cui sembrano concentrarsi gli studi (effetti antinfiammatori, sedativi, antitumorali, antidiabetici e detossificanti) (per esempio: Capasso et al, 1998; Stereenberg et al, 1999; Wolfman et al, 1994; Medina et al, 1990). Tuttavia pare che la pianta intera contenga tale flavonoide in quantità irrisoria rispetto a quella necessaria per sortire l’effetto (o addirittura non lo contenga affatto), sicchè l’azione della pianta in toto potrebbe avvenire piuttosto con meccanismo molecolare o con meccanismi ancora sconosciuti (Speroni et al, 1996a). Gli estratti di Passiflora sono stabili in condizioni asciutte, mentre si sono osservate alcune trasformazioni dei C-glicosil-flavoni nelle soluzioni acquose (Meier, 1995b) e nelle varie fasi di coltivazione della pianta (Menghini et al, 1988) pertanto occorre considerare che non tutti i preparati a base di Passiflora contengono gli stessi principi attivi, né in medesime quantità.
 
 
 
NOME BOTANICO:
Passiflora Incarnata L.  o P. Alata L.
 
FAMIGLIA:
Passifloraceæ
 
NOME COMUNE DELLA PIANTA (Benigni et al, 1962; Suozzi, 1995):
Passiflora. Il nome si deve al fatto che l’aspetto della pianta sembra rievocare gli strumenti della Passione di Gesù: il cerchio dei filamenti fiorali ricorda la corona di spine, gli stili i tre chiodi, le foglie lanceolate la lancia con cui fu trafitto il costato e i viticci lo staffile della flagellazione. Gli Indios la chiamavano Mbrucuyà silvestre, i portoghesi e spagnoli Granadilla (dal color granato; ma la chiamano anche Flor de la Pasión o Pasiflor), mentre in Europa assunse prevalentemente il nome di “fiore della Passione”: Passiflora appunto in Italiano; Passion flower in inglese; Passiflore (rouge o purpurine) in francese (dove è nota anche come Grenadille); Passionkraut o Passionblume in tedesco (dove è nota anche come Rangapfel).
 
TIPO DI PIANTA E DESCRIZIONE:
Pianta erbacea perenne e rampicante, ad aspetto cespuglioso, con rizoma lungo e strisciante sul terreno da cui si dipartono lunghi fusti alti anche alcuni metri, dotati di numerosi viticci attraverso i quali la pianta si attacca ai sostegni. Le foglie sono alterne, con due ghiandole nettarifere alla base del lungo picciolo, palmato-lobate (i lobi vanno da due, come la Passiflora Rubra, a cinque come la Coerulea. La Passiflora Incarnata ha foglie trilobate).
I fiori sono solitari, hanno lungo peduncolo con tre brattee ovali a margine seghettato nella parte superiore, cinque sepali verdi all’esterno e bianchi all’interno; i cinque petali sono bianchi o porpora; all’interno è presente una corona di filamenti violacei (o porpora, o azzurri); al centro ci sono cinque stami e l’ovario. I frutti sono bacche ovali, gialle, grandi poco meno di un uovo, succose, commestibili (non tutti). Non tutte le varietà di Passiflora hanno le stesse proprietà, quella usualmente utilizzata è la P. Incarnata, che non va confusa con la P. Rubra di Santo Domingo (ha le foglie a due lobi, mentre le foglie dell’Incarnata ne hanno tre) e altre specie non medicamentose. I frutti commestibili della Passiflora non sono dell’Incarnata, bensì di due sottospecie della Passiflora Edulis SMS (Meier B. 1995a)
 
ORIGINE  (Benigni et al. 1962; Suozzi, 1995):
originaria dell’America (Virginia). Dal Perù (dove fu descritta la prima volta nel 1569) nel XVII secolo fu portata a Roma e regalata al papa Paolo V, il quale ravvisò nel fiore un segno divino raffigurante la Passione del Signore e la fece coltivare a Roma con devozione. Ora si ritrova coltivata anche in Europa a scopo ornamentale e a scopo medicinale.
 
PARTI UTILIZZATE:
Parti aeree (rami fogliuti e rami fioriti) raccolte quando iniziano a svilupparsi i frutti, private accuratamente delle parti sotterranee e dei rizomi
 
COMPONENTI PRINCIPALI:
Alla luce della letteratura più recente (Menghini et al, 1988; Li et al., 1991; Meier, 1995b; Pietta et al., 1986), per la droga sono importanti i seguenti composti (C-flavonoidi): (crisina), vicenina-2, isoorientina-2''-O-glucopiranoside, schaftoside, isoschaftoside, isoorientina, isovitexina-2''-O-glucopiranoside, isovitexina, swertisina. L’orientina e la vitexina in generale sono presenti in concentrazioni molto basse. La saponarina, che risulta menzionata in letteratura (Rossi, 1992), non si ritrova e si  pensa sia stata erroneamente confusa alla cromatografia con la isovitexina-2”-O-glucoside (Wolfman et al, 1994). Tra i molti flavoni (Poethke et al., 1970) particolare importanza sembra doversi attribuire alla Crisina (5,7-di-OH-flavone) (Wolfman C et al. 1994), fatta oggetto di numerosi studi, tuttavia alcuni autori non l’hanno ritrovata in Passiflora Coerulea dalla quale era stata isolata (Speroni et al., 1996a). In realtà alcuni ricercatori segnalano estrema variabilità qualitativa nell’isolamento di C-flavoni da 18 campioni diversi di Passiflora Incarnata eseguito con metodo elettroforetico capillare (Voirin et al, 2000). Gli estratti di Passiflora sono stabili in condizioni asciutte, mentre si sono osservate alcune trasformazioni dei C-glicosil-flavoni nelle soluzioni acquose (Meier, 1995b) e nelle varie fasi di coltivazione della pianta (Menghini et al., 1988) pertanto occorre considerare che non tutti i preparati a base di Passiflora contengono gli stessi principi attivi, né in medesime quantità.
Molta importanza in passato era stata data agli alcaloidi (armani, armolo, armina e altri – Benigni et al., 1962; Bennati, 1971; Lutomski et al, 1975; Penso, 1993; Soulimani, 1997), tuttavia sembra che essi siano contenuti nella pianta in quantità irrisoria rispetto a quella necessaria per dare effetti (Meier, 1995a e 1995b) e alcuni studiosi non li hanno neppure ritrovati presenti nella Passiflora Incarnata (con limite di sensibilità di detezione di 0.1 ppm - Meier, 1995b, Rehwald et al, 1995).
La pianta contiene inoltre zuccheri (maltolo, etilmaltolo: Aoyagi et al, 1974); cumarine; acidi polifenolici; steroli; tannini; alcaloidi; glicosidi cianogenetici (non pericolosi, sembra dimostrato che il nostro organismo sa neutralizzarli in modo efficiente a patto di ingerire dieta adeguatamente proteica - Jones, 1998); olio essenziale (Boninfante et al. 1997; Penso, 1993; Spignoli et al, 1999)
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COMPONENTI CUI SI ATTRIBUISCONO GLI EFFETTI:
C-glucosil-flavonoidi (Crisina, vitexina) (Glotzbach et al, 1968; Meier, 1995b)
Un tempo si riteneva che l’azione fosse dovuta agli alcaloidi, ma per la loro bassa o nulla concentrazione nella pianta si pensa che gli effetti terapeutici non possano essere attribuiti ad essi (Meier, 1995a, 1995b).
 
 
AZIONI:

AZIONE PRINCIPALE:

Nel 1867 per primo Phares descrisse azione sedativa e in seguito si dimostrò che la Passiflora agiva stimolando l’attività respiratoria e deprimendo l’attività della zona motrice a livello midollare (studi citati da Benigni et al, 1962). Azione ansiolitica e ipnoinducente (senza modificare l’attività onirica e senza effetti al risveglio) (Benigni et al, 1962). Nota per la sua azione sedativa, gli ultimi studi sembrano averla confermata (Capasso et al, 1995). Uno studio tedesco tuttavia, che comparava l’effetto acuto dopo somministrazione di una dose di un sedativo vegetale contenente anche Passiflora con placebo e con una benzodiazepina (3 mg di bromazepam), non ha reperito effetti sedativi o riduzione dell’attenzione né con fitopreparato né con bromazepam (Gerhardt et al, 1991). Si sottolinea comunque che lo studio valutava gli effetti di una dose singola in soggetti sani.

Rispetto al sonno indotto da barbiturico (hexobarbital) in topi, la Passiflora accorcia il tempo di sonno, inoltre aumenta l’attività esplorativa delle topine e infine annulla gli effetti dell’alcool sul comportamento (Weischer, 1994) Descritta attività ansiolitica (Della Loggia et al, 1981)
ALTRE AZIONI:
A livello cardiovascolare incrementerebbe la resistenza allo sforzo in cardiopatici in scompenso cardiaco lieve (classe II NYHA). Tuttavia gli studi disponibili sono stati eseguiti con associazione di Passiflora e Crataegus e gli effetti non sono certamente attribuibili a Passiflora (Von Eiff et al, 1994)
A livello gastroenterico  risulta citata azione antispastica (Boninfante et al, 1997)
In uno studio sperimentale italiano sembrerebbe che la Crisina abbia anche azioni di prevenzione sulla contrazione spastica viscerale in corso di sindrome da astinenza da morfina: è stato utilizzato come modello sperimentale in vitro ileo murino prelevato da topi in dipendenza acuta da morfina, somministrando naloxone (che spiazza rapidamente la morfina provocando contrazione della muscolatura liscia), e verificando che pretrattamento con Crisina (e con altri flavonoidi come la quercetina) inibisce la contrazione muscolare da naloxone (Capasso et al, 1998).
Descritte in altri studi svariate altre azioni (riscontrate in generale per molte altre piante ricche in flavonoidi): attività antinfiammatoria (Borrelli et al, 1996), antiossidante e protettrice verso danni da radiazioni (Steerenberg et al, 1998), preventiva dei tumori estrogeno-sensibili per azione inibente sulle aromatasi periferiche (Campbell et al, 1993), antimutagena (Krizkova et al, 1998) e antibiotica (azione di un agente estratto dalla Passiflora, chiamato Passicol, attivo su svariati batteri e specie fungine: Birner et al, 1973; Nicolls et al, 1973)
 
MECCANISMI D’AZIONE:
A LIVELLO DEL S.N.C.:
La valutazione mediante test comportamentali degli effetti ansiolitici e sedativi in topi somministrando estratto idroalcolico liofilizzato e acquoso delle parti aeree della pianta alla dose di 400 mg/kg, ha evidenziato effetti ansiolitici e potenziamento dell’induzione del sonno da barbiturico (con dosi sub-ipnotiche di pentobarbital l’estratto acquoso di Passiflora induceva il sonno) (Soulimani et al, 1997), sia dopo somministrazione orale che intraperitoneale (Speroni et al, 1988). Analoghi risultati si sono ottenuti valutando gli effetti di una particolare multifrazione della pianta sul test dell’antagonismo dell’attività epilettogena del pentametilentetrazolo e sul prolungamento del tempo di sonno da barbiturico (Speroni et al, 1996b).
In altri studi furono notate azioni sedative (su modelli sperimentali di sonno indotto da barbiturico ed ipermotilità indotta da anfetamine su topi) confrontando l’effetto di Passiflora con quello di kava-kava: azione più marcata nella prima condizione per quanto riguarda Passiflora, mentre azione più spiccata sull’ipermotilità da anfetamine per quanto riguarda il kava (Capasso e Pinto, 1995)
In uno studio sono stati esaminati sui topi gli effetti benzodiazepino-simili della Crisina (5,7-di-idrossiflavone), che è un monoflavonoide contenuto in Passiflora e che spiazza il (3H)flunitrazepam dai recettori centrali per le BDZ. Sia diazepam (alla dose di 0.3-0.6 mg/kg) che la Crisina (alla dose di 1 mg/kg) inducono chiari effetti ansiolitici rispetto ai parametri considerati. Il pretrattamento con il recettore specifico antagonista delle BDZ (Ro 15-1788: in pratica si blocca il recettore e, se la molecola che si vuole testare lo deve utilizzare per agire, si nota che non agisce più in quanto lo trova bloccato) alla dose di 3 mg/kg annullava l’effetto della Crisina (vuol dire che la Crisina avrebbe dovuto utilizzare il recettore Ro 15-1788, bloccato dal pretrattamento). La Crisina, rispetto al diazepam, non dimostrò avere effetti miorilassanti né sedativi. Gli autori concludono che la Crisina dimostra di avere effetti ansiolitici senza avere effetti sedativi né miorilassanti e postulano che il flavonoide naturale Crisina sia un agonista parziale dei recettori centrali delle BDZ (Wolfman et al. 1994).
Sono stati fatti anche altri studi sugli effetti della Crisina (5,7-di-OH Flavone) isolata da Passiflora Coerulea, dimostrando azione agonista parziale delle benzodiazepine (in definitiva la Crisina si è dimostrata essere un ligando per i recettori per le benzodiazepine, sia a livello centrale (Ki=3 microM, con meccanismo competitivo) che periferico (Ki=13 microM, con meccanismo di tipo misto). Così in questo studio si è confermata la presenza in Passiflora Coerulea di composti benzodiazepino-simili (Medina et al. 1990).
Al contrario, Burkard e collaboratori, in uno studio del 1997, affermano di aver ricercato l’effetto dell’estratto di Passiflora a livello di tre tipi di recettori cerebrali (per le benzodiazepine, per la dopamina e per l’istamina) senza riscontrarne. Concludono dicendo che gli estratti di Passiflora incarnata non interagiscono con questi tre siti di legame e pertanto potrebbe essere ipotizzato un effetto di tipo molecolare (Burkard et al, 1997).
L’apparente contraddizione di questi studi potrebbe trovare giustificazione in uno studio pubblicato su Phytotherapy Research nel 1996. In questo studio, pur non negando l’azione sedativa della Crisina, si sottolinea tuttavia che la sua concentrazione nella pianta è molto lontana da quella necessaria per avere l’effetto. Inoltre gli autori affermano di non aver riscontrato la presenza di Crisina né in Passiflora Coerulea (dalla quale la crisina era stata isolata in altri studi) né in Passiflora incarnata (con soglia di sensibilità del metodo di ricerca a 1 ppm): pertanto gli autori concludono che il meccansimo d’azione delle note proprietà sedative della Passiflora è ancora sconosciuto (Speroni et al. 1996a).
Questo giustificherebbe il fatto che gli studi eseguiti con estratto di pianta anziché con Crisina isolata non mostrano interazioni coi recettori per le BDZ. Tuttavia in uno studio svizzero viene citata potente azione inibitrice sui recettori GABAA da parte di estratto di Passiflora incarnata. (Simmen et al, 1998)
 
A LIVELLO CARDIOVASCOLARE
 Non è noto il meccanismo d’azione a livello cardiovascolare. Era stata supposta un’azione inibitoria a livello dei canali del calcio (calcioantagonista), ma non è stata documentata (Rauwald et al., 1994).
 

A LIVELLO GASTROINTESTINALE E URINARIO

In alcuni studi sperimentali l’estratto di Passiflora ha dimostrato avere a livello della muscolatura liscia viscerale (gastrointestinale e urinaria) azione antispastica, paragonabile a quella ottenibile con la somministrazione di papaverina, con meccanismo spasmolitico (Lutmoski et al, 1981; Ruzza et al, 1996)
 

AZIONE ANTINFIAMMATORIA

Nell’ambito della ricerca sulle capacità antiossidanti e proteggenti nei confronti di danno da radiazioni ionizzanti da parte di molti flavonoidi, attenzione è stata rivolta anche alla Crisina isolata da Passiflora. Come modello sprimentale su topi è stato preso l’effetto di inibizione da parte di radiazione ultravioletta della reazione di ipersensibilità cutanea da contatto con sostanza irritante come la picrilcloride (tale effetto dimostra azione immunosoppressiva da parte di radiazioni UV, scopo della ricerca è quello di verificare se i flavonoidi vegetali sono in grado di contrastare tale effetto e proteggere così dal danno da radiazione). La Crisina e altri flavonoidi (quercetina, tè verde) hanno dimostrato di avere tale attività proteggente a livello cutaneo nei confronti di danno da radiazione ultravioletta (Steerenberg et al, 1998)
Per quanto riguarda invece l’attività antinfiammatoria, essa è stata dimostrata in un solo studio in cui l’estratto etanolico di Passiflora Incarnata, alla dose di 125-500 mg/kg si è dimostrato efficace nell’inibire in ratti reazioni infiammatorie sperimentali: edema indotto da carragenina, pleurite da dextrano e granuloma da battuffolo di cotone. Tuttavia non vengono descritti i possibili meccanismi d’azione (Borrelli et al, 1996).
 
AZIONE ANTITUMORALE
La letteratura disponibile è ancora scarsa e contraddittoria (Habtemariam, 1997; Wang et al, 1998) e si inserisce nel filone di ricerca sui supposti effetti proteggenti di flavonoidi (da cui scaturirebbe l’indicazione all’integrazione alimentare con derivati vegetali). Flavonoidi diversi avrebbero azioni diverse e talora opposte, e comunque dose-dipendenti. In uno studio inglese in cui si valutava l’azione di vari flavonoidi sulla citotossicità indotta da alfa-TNF su cellule tumorali L-929, mentre vari flavonoidi dimostravano effetto proteggente o nullo, la Crisina (assieme all’apigenina) ha dimostrato al contrario di aumentare marcatamente la citotossicità dell’alfa-TNF, in modo concentrazione-dipendente (Habtemariam, 1997). Anche per quanto riguarda la sintesi di DNA in cellule estrogeno-dipendenti (MCF-7) in presenza di fattori di crescita, tamoxifene, insulina ed estradiolo, diversi flavonoidi hanno azioni diverse e comunque dose-dipendente: la Crisina (e l’apigenina) dimostra azione inibente la sintesi di DNA indotta da E2 (estradiolo) (Wang et al, 1998).
E’ stata descritta anche una azione inibente della Crisina sulle aromatasi dei preadipociti, ossia sull’attività delle aromatasi periferiche (con meccanismo competitivo). Tale azione è risultata essere paragonabile come intensità a quella esercitata dalla Aminoglutetimide, un inibitore di sintesi delle aromatasi utilizzato nella terapia dei carcinomi estrogeno-sensibili, ed è risultata maggiore rispetto a quella di altri flavonoidi attivi in tal senso (Campbell et al, 1993).
 

ALTRE AZIONI

Sempre nell’ambito degli studi rivolti alla Crisina, in uno studio coreano è stata descritta anche netta azione ipoglicemizzante in topi diabetici, nonostante la Crisina stessa inibisca il rilascio di insulina del 40-60% (Shin et al, 1999).
In un altro studio coreano è stata descritta (sempre per la Crisina) azione antimutagena anche per azione sulla CYP1A2. Quale modello sperimentale è stata considerata la capacità inibente sulla N3-demetilazione della caffeina (considerata come un marker dell’attività della CYP1A2) su strutture microsomiali epatiche umane : tra tutti i flavonoidi testati la Crisina ha dimostrato l’effetto maggiore (Lee et al, 1998).
 
INDICAZIONI:
Insonnia. Ansia. Fu prescritta con successo nell’insonnia da angoscia da guerra durante il Primo Conflitto Mondiale (Benigni et al., 1962). L’indicazione popolare la consiglia nell’insonnia con difficoltà di addormentamento per le sue attività ipnoinducenti senza alterazioni dell’attività onirica e senza effetti al risveglio. Gli studi recenti ne hanno confermato l’utilità negli stati ansiosi (Della Loggia, 1981, Bourin et al, 1997).
Segnalata anche per dispepsie, spasmi addominali (Boninfante et al, 1997).
Tutte le altre azioni descritte in molti studi pubblicati negli ultimi anni e sopra riportati devono a nostro avviso essere considerate ancora sperimentali e al momento attuale delle conoscenze non crediamo possano allargare il campo d’applicazione della Passiflora ad altre condizioni morbose o nella prevenzione di fattori di rischio metabolici o tumorali.
 
MODALITÀ DI UTILIZZO:
In Tintura Madre, Infuso di foglie e fiori secchi, Estratto Secco (titolato in Flavonoidi al 0.3% di iperoside: titolo F.U.I. IX ed., circa 5% di flavonoidi totali), Estratto Fluido.
Tali preparati possono essere mescolati ad altri eventualmente prescritti insieme.
Dosaggio:
Ø      Tintura Madre: 20-30 gtt due-tre volte al dì, oppure 40-50 gtt alla sera (Rossi, 1992)
Ø      Estratto secco: 300 mg due tre volte al dì (corrispondenti circa a 15 mg di flavonoidi totali per dose) (Benigni et al, 1962, Spignoli et al, 1999)
Ø      Estratto Fluido: 5 gtt 3 volte al dì (Penso, 1993)
Ø      Infuso: 15 grammi di foglie e fiori in 200 cc di acqua bollente per dieci minuti (Penso, 1993)
 
ASSOCIAZIONI:
Spesso associata utilmente al Crataegus: quest’ultimo ha documentati effetti sedativi, mentre la Passiflora agirebbe prevalentemente come ansiolitico (Soulimani et al, 1997). In vari preparati indicati per la cura dei disturbi del sonno o dell’umore si ritrova associata a Crataegus e Iperico, oppure a Escholzia, Leonurus, Coridalis cava  (Weischer et al, 1994) oppure a Melissa (Duraffourd et al, 1990) ed altre piante sedative ed antispastiche sul tratto digestivo. In Francia sono stati condotti vari studi con un’associazione erboristica che utilizzava sei estratti: Crataegus, Ballota, Passiflora, Valeriana, Cola e Paullinia (Bourin, 1994; Bourin et al, 1997)
In Italia esistono varie associazioni oltre a quelle citate, con associazione di Passiflora e Valeriana, Kawa-kawa, Melissa ed Escholzia, per esempio. Nel prontuario farmaceutico del Servizio  Sanitario italiano sono inseriti vari  farmaci a base di Passiflora e Valeriana; Passiflora, Biancospino e Salice; Passiflora, Biancospino e Valeriana indicati per l’insonnia e l’ansia e a base di Passiflora, Biancopsino, Piscidia indicato per le neurodistonie.
Sono possibili varie altre associazioni (Rossi, 1992)
In USA sono utilizzate molte associazioni contenenti molte piante diverse (Schisandra, Valeriana, Kawa-kawa, Ginseng et al.)
 
AVVERTENZE E ANNOTAZIONI:
·        Si riteneva che la Passiflora dovesse essere controindicata durante l’allattamento, causa le presenza di alcaloidi in grado di passare nel latte materno; tuttavia tale controindicazione si deve ritenere inopportuna, poiché la percentuale di alcaloidi eventualmente contenuti  è tale da non potersene reperire nel latte materno (Meier 1995b).
·        Unica precauzione potrebbe essere nell’uso cronico in soggetti ipotiroidei o con tendenza all’ipotiroidismo (Gaitan et al., 1995), anche se non vi sono segnalazioni in vivo in tal senso.
·        Lo studio delle interazioni farmacologiche tra fitopreparati e farmaci di sintesi è ancora da sviluppare e in generale non risultano allestiti studi né osservazionali né sperimentali in tale direzione. Tuttavia l’evidenza di azione da parte di flavonoidi (di cui Passiflora è particolarmente ricca) sui citocromi epatici non può fare escludere in modo assoluto possibile interferenza con farmaci a metabolizzazione o attivazione epatica. Nel caso della Passiflora finora è stata identificata azione della Crisina (che, lo ricordiamo, per alcuni autori non è reperibile nella pianta in toto, o comunque non è presente  in quantità significative) sulla CYP1A2 epatica (Lee et al, 1998).
 
TOSSICITA’ E REAZIONI AVVERSE:
DL50, TEST di TERATOGENICITA’, TEST DI TOSSICITA’ ACUTA E CRONICA: non risultano studi in cui siano stati valutati questi parametri, ad eccezione di uno studio cubano condotto da un gruppo del Centro de Investigacion y Desarollo de Medicamentos de La Habana, in cui si cercarono effetti mutageni (attraverso la ricerca di induzione di attività di segregazione somatica su colonie di Aspergillus) di varie piante usate nella folk-medicina, tra cui estratto acquoso e idroalcolico di Passiflora . Non furono trovati effetti in tal senso per Passiflora (Ramos Ruiz et al., 1996). In uno studio italiano su topi, peraltro ci pare non di ottima qualità scientifica,  alcuni parametri scelti per valutare effetti di trattamento long-term in topi non hanno mostrato modificazioni dopo tre settimane di trattamento con Passiflora (Sopranzi et al., 1991). Uno studio coreano ha somministrato a topi 18 derivati della Crisina isolata da Passiflora e modificata artificialmente mediante alchilazione e condensazione (con gruppi butile, octile,  propile e tolile): alla dose di 500 mg/kg risultarono non tossici e nessuno degli animali morì (Shin et al, 1999).
 Per quanto riguarda le reazioni avverse, nel ricordare che la mancanza di segnalazioni non significa necessariamente assenza di possibili reazioni avverse, riteniamo di poter dire che la Passiflora risulta una pianta piuttosto “sicura” e priva di gravi reazioni avverse. Dalla letteratura disponibile e consultando il sito web della FDA, si evidenziano le seguenti reazioni avverse durante assunzione di preparati contenenti Passiflora:
- cutipositività con Skin Prick Test e positività sierica con metodo Western Blot per Passiflora alle prove allergiche di un lavoratore erborista che maneggiava la pianta (unica segnalazione) (Giavina-Bianchi et al. 1997).
- Segnalazione norvegese di ricovero con alterazione dello stato di coscienza e obnubilamento del sensorio di cinque persone che assumevano un fitopreparato per l’insonnia preparato principalmente col frutto di Passiflora Incarnata (mentre la droga normalmente utilizzata è rappresentata da foglie e fronde). In tale studio si ricorda che il preparato in questione (Relaxir) può interagire con altri farmaci eventualmente assunti in contemporanea dal paziente (Solbakken et al, 1997).
- Segnalazione di un caso relativo a una donna che in corso di assunzione di passiflora a dose terapeutica ebbe nausea, vomito severo, obnubilamento del sensorio e riscontro elettrocardiografico di allungamento del QT e tachicardia ventricolare (Fisher et al, 2000).
- Nel 1993, sul British Journal of Reumathology, venne segnalato un caso di vasculite correlata ad assunzione di un fitopreparato contenente Passiflora (Smith, 1993).
- Infine esiste uno studio sul riscontro in modelli sperimentali sia in vitro che in vivo (su ratti) di azione gozzigena per inibizione dell’attività della perossidasi tiroidea (senza alterazione della capatazione di Iodio marcato da parte della tiroide ma con inibizione significativa del meccanismo di accoppiamento e conseguente basso livello della concentrazione degli ormoni T3 e T4) con ipotiroidismo indotto da un glucosil-flavone isolato dalla Passiflora, la vitexina (Gaitan et al, 1995).
Oltre a queste pubblicazioni, sono stati riportati alcuni altri effetti anche gravi (aumento dell’ansietà, astenia, cefalea, emorragia intracerebrale e subaracnoidea con coma, aritmie cardiache, angor, dolore toracico, embolia polmonare multipla, epatite, un caso di morte), ma occorre sottolineare che in tutti i casi erano stati utilizzati preparati contenenti moltissimi componenti (noce di cola, ginseng, Ma huang - efedra, Schisandra, sali minerali, vitamine, eccetera) tra i quali anche Passiflora (sito della FDA per la segnalazione degli effetti avversi con fitopreparati). Pertanto non riteniamo di poter dare particolare significato a tali segnalazioni, pur sottolineando che qualsiasi sostanza venga introdotta in un organismo a dosi ponderali può indurre reazioni impreviste.
 
 
PRODOTTI PRESENTI IN COMMERCIO IN ITALIA CONTENENTI PASSIFLORA INCARNATA
 
Qui di seguito verranno forniti i nomi di alcuni dei prodotti commerciali reperibili in Italia (con relative case produttrici) e il contenuto in principi attivi riguardanti Passiflora Incarnata.
Si ricorda che la Passiflora ha principi attivi che risultano variabili a seconda delle condizioni di coltivazione e dei metodi di conservazione ed estrazione dei principi. Infatti, come già detto, gli estratti di Passiflora sono stabili in condizioni asciutte, mentre si sono osservate alcune trasformazioni dei C-glicosil-flavoni nelle soluzioni acquose (Meier, 1995b) e nelle varie fasi di coltivazione della pianta (Menghini et al, 1988) pertanto occorre considerare che non tutti i preparati a base di Passiflora contengono gli stessi principi attivi, né in medesime quantità.
Si ricorda anche che, secondo i criteri stabiliti dalla F.U. IX, la titolazione richiesta della droga, identificata con tre prove di cui una TLC, è di 0.3% di flavonoidi calcolati in iperoside con metodo di determinazione spettrofotometrico (con misura a 422 nm), corrispondente circa al 5% di flavonoidi totali; inoltre la droga non deve contenere più del 17% di ceneri totali per grammo e non più del 3% di parti estranee (Nicoletti e Salvatore, 1998).
Tuttavia i vari prodotti presenti in commercio non sempre sono titolati, e quelli che lo sono contengono titolazioni diverse, la maggior parte esprime la titolazione in flavonoidi in isovitexina, e la fornisce come non inferiore al 2.6%. Qualche prodotto ne contiene un titolo inferiore (isovitexina 1.5-1.6%). Un solo prodotto titola passiflora in alcaloidi (armina, 0.003%), titolazione inopportuna secondo le più recenti vedute (Meier. 1995b).
Un prodotto (Neurobiol, della Teofarma), inserito nel prontuario farmaceutico italiano, conteneva anche fenobarbitale (500 mg/100ml) e bromuro: ne veniva consigliata l’assunzione a cucchiai, quindi con dosaggio impreciso, ed è stato tolto dal commercio appena nel dicembre 1999, per cui non è più disponibile.
 
Tra i tantissimi prodotti erboristici contenenti Passiflora Incarnata, abbiamo scelto di elencare tutti i prodotti presenti nel prontuario farmaceutico del Sistema Sanitario Nazionale italiano, mentre tra gli altri prodotti riportiamo solo quelli venduti in farmacia e che forniscano, se non il titolo, almeno il contenuto ponderale della pianta e la specificazione della parte di pianta utilizzata, omettendo quelli con indicazione della composizione vaga o imprecisa. Data la variabilità dei componenti cui sono attualmente attribuiti gli effetti terapeutici, si ritiene tuttavia che Passiflora sia una pianta in cui la titolazione è particolarmente utile.
 
 
*Nome commerciale
* Presentazione
*SSN=Inserimento nel prontuario
farmaceutico
 
Ditta
 
Ingredienti e
Formulazione1
 
 
Quantità per dose
 
 
Titolazione minima
 
 
Dispensazione2
 
ANEVRASI
30 capsule 300 mg
SSN
Donini
Passiflora ES
Biancospino ES
Valeriana ES
80 mg
50 mg
100 mg
Prodotto dichiarato
“standardizzato e titolato” ma non specificato il titolo
OTC
ANEVRASI
Sciroppo 200 g
SSN
Donini
Passiflora EF
Biancopsino EF
Valeriana EF
2.5 g/100ml
2.5 g/100ml
10 g/100ml
no
OTC
ARMOVITA
Opercoli da 400 mg
Aboca
Iperico
Passiflora (Liofilizzato
 Multifrazione: Passiflò 2-LMF®3)
Melissa
240 mg
60 mg
 
 
100mg
0.1%ipericina (0.24 mg/cp)
8% flavonoidi (4.8 mg/cp)
 
 
3.5%ac.rosmarinico(3.5 mg/cp)
--
ARMOVITA
Soluzione 75 mL
Aboca
Iperico EL
Passiflò 2-LMF®3
Melissa EI
Miele d’acacia
 5.7 g
2.2 g
44 g
28.3 g
0.4%ipericina
8% flavonoidi
2.5 mg/ml ac.rosmarinico
--
BIO-STRATH BLANDO SEDATIVO
Soluz. idroalcolica 100ml
SSN
Lizofarm
Passiflora EI
Valeriana EI
Menta piperita EI
22.5 g/100g
22.5 g/100g
5 g/100g
no
OTC
BLANDONAL
30 cf 50 mg
SSN
Falqui
Passiflora ES
Biancospino ES
+ Tiglio ES
50 mg
50 mg
100 mg
no
OTC
BLANDONAL
20 cf «100»
SSN
Falqui
Passiflora ES
Biancospino ES
+ Tiglio ES
100 mg
50 mg
100 mg
no
OTC
FITOSONNO
40 cp 350 mg
Ulrich
Passiflora ES
Escolzia ES
Valeriana ES
50 mg
100 mg
50 mg
Isovitexina 0.5 mg
Protopina 0.2 mg
Acidi valerenici totali 0.05 mg
OTC
MENOVAMP
Opercoli
Aboca
Passiflò 2-LMF® 3
Cimicifuga racemosa radice  EL
Agnocasto frutti f.t.
Biancospino fiori e foglie c.t.
Cardiaca sommità c.t.
Salvia foglie c.t.
40.4 mg
68.7 mg
 
1212 mg
113.1 mg
 
40.4 mg
20.2 mg
8% flavonoidi totali
1.5% acteina + 27-deoxiacteina
(=1 mg/opercolo)
0.1% agnuside
1% iperoside
 
 
1.6% ac. rosmarinico
--
NOCTIS
30 CF
SSN
Nova Argentia
Valeriana ES
Passiflora EM
Biancospino fiori ES
50 mg
20 mg
30 mg
1.3% valtrato
2.6% flavonoidi (isovitexina)
1.8% vitexina-4’-ramnoside
OTC
OMNIS-RELAX
60 capsule
Specchiasol
Valeriana ES
Passiflora sommità ES
Manganese gluconato
Calcio glicerofosfato
Magnesio aspartato
Cobalto gluconato
Arancio OEP
Camomilla OEP
Melissa OEP
60 mg
30 mg
10 mg
10 mg
12.16 mg
0.6 mg
1 mg
1.3 mg
1 mg
0.42% ac. valerianici
0.50% flavonoidi tot.
(dati forniti dalla ditta)
--
PARVISEDIL
Sciroppo 200 mL
SSN
SIT
Passiflora EF
Valeriana EF
Biancospino EF
Camomilla EF
Buxamina
(ac.Gamma-amino-beta-idrossibutirrico)
3g/100ml
5 g/100ml
4 g/100ml
5.5 g/100ml
5 g/100ml
no
SP
PASSIFLORA
capsule
Body Spring
Passiflora c.t.
300 mg
no
--
PASSIFLORA
Herbal actives
60 capsule
Nature’s Plus
Passiflora fiori ES
250 mg
3.5-4% isovitexina (8.7-10 mg)
--
PASSIFLORA
Estratto Idroalcolico
Aboca
Passiflora sommità EI
1:1 30 mL
 
--
PASSIFLORA
opercoli
Aboca
Passiflora concentrato totale
 
5% flavonoidi totali
--
PASSIFLORA
Tintura Madre
Aboca
Passiflora sommità
TM
 
Secondo la farmacopea francese
--
PASSIFLORA I.
Tintura Madre
Boiron
IMO
Dolisos
Specchiasol
 
Passiflora 
TM secondo
Farmacopea Francese
Tintura alco­lica da rami fioriti ottenuta per macerazione in alcool (in proporzione Droga/ solvente 1:10)
--
--
PASSIFLORA
Tintura Madre
HDU
Passiflora
TM secondo
Farmacopea Tedesca
Tintura alco­lica di rami fioriti ottenuta per estrazione in alcool
--
--
PASSIFLORA
Taglio tisana
Specchiasol
Passilfora fiori e rami seccati
--
no
--
PASSIFLORA
Taglio tisana
Aboca
Passiflora Incarnata Ponticello, sommità
--
no
--
PASSIFLORINE
Sciroppo 160 gr
SSN
Teofarma
Passiflora EM
Biancospino fiori ES
Salice bianco EM
1g/100g
0.35 g/100g
5 g/100g
2.6%flavonoidi (vitexina)
1.8% vitexina 4’-ramnoside
2% salicina
OTC
QUIETAN
25 cf
SSN
Roche
Valeriana ES
Passiflora ES
Biancospino ES
100 mg
100 mg
70 mg
0.2% ac. Valerenici
1.5% flavonoidi (isovitexina)
1.5% vitexina-2-ramnoside
OTC
RÊVE
30 confetti
SSN
Vaillant- IMO
Valeriana E.S.
Passiflora E.M.
80 mg
80 mg
no
RR
SANIQUIET
compresse
Sanitalia
 
Passiflora ES
Tiglio ES
Betulla ES
Magnesio pidolato
Litio pidolato
Manganese pidolato
200 mg
200 mg
50 mg
150 mg
25 mg
5 mg
no
--
SANIQUIET
soluzione
Sanitalia
Passiflora EF
Tiglio EF
Betulla EF
Magnesio pidolato
Litio pidolato
Manganese pidolato
9 g
9 g
3 g
6 g
1 g
0.2 g
no
--
SEDATOL
Capsule 265 mg
SSN
Bonomelli
Passiflora ES
Camomilla ES
Biancospino ES
Piscidia ES
Valeriana ES
50 mg
60 mg
55 mg
12 mg
60 mg
no
OTC
SEDATOL
Sciroppo 150 gr
SSN
Bonomelli
Passiflora EF
Camomilla EF
Biancospino EF
Piscidia EF
+ alcolato di Melissa
2,0 g/100 g
2,0 g/100 g
2,5 g/100 g
0,8 g/100 g
5,0 g/100 g
no
OTC
SEDIBIMBI
Sciroppo pediatrico
Flacone 135 g
 
Aboca
Liguflos® (estratto liofi­lizzato fiori femm. Camomilla)
Passiflò 2-LMF® 3
Melissa foglie EL
Arancio amaro fiori EL
Tiglio fiori e brattee EL
Tilia tom. GD
Miele d’acacia
 
270 mg
 
675 mg
270 mg
270 mg
 
270 mg
 
1080 mg
q.b. a 135 g
 
4.5% flavonoidi apigenino simili
8% flavonoidi totali
14% acido rosmarinico
9% esperidina
 
1.5% isoquercitrina
 
gemmoderivato (1:20)
--
SEDIVITAX
70 opercoli 400 mg
Aboca
Passiflò 2- LMF® 3
Valeriana c.t.
Kawa-kawa c.t.
Melissa c.t.
Escholzia c.t.
+ Lavanda vera OE
Maggiorana OE
120 mg
80 mg
80 mg
60 mg
56 mg
2 mg
2 mg
8% flavonoidi totali
0.25% acidi valerenici
10% kawapironi
6.5% acido rosmarinico
0.045% protopina
--
SEDIVITAX
Soluzione idroalcolica in alcool di grano
75 mL (68.5 g)
 
Aboca
Passiflora sommità EI
Passiflò 2-LMF®3
Valeriana EI
Kawa-kawa EI
Melissa EI
Escholzia EI
+ Maggiorana OE
   Lavanda vera OE
13 g
3 g
13 g
13 g
13 g
13 g
0.18 g
0.16 g
1.5 mg/ml flavonoidi totali
8% flavonoidi totali
0.1 mg/ml acidi valerenici
6.5 mg/ml kawapironi
2.5 mg/ml acido rosmarinico
0.025 mg/ml protopina
--
SEDIVITAX
Bustine-filtro da 2g per infuso
Aboca
Passiflora foglie
Melissa foglie
Liquirizia radice
Camomilla fiori
Tiglio fiori
Anice stellato frutti
Arancio amaro fiori
Arancio dolce scorze
250 mg di ciascuna per filtro da 2 g
--
--
SEDOPUER F
Sciroppo 100 gr
SSN
SIT
Passiflora EF
Valeriana EF
Biancospino EF
Calcio-glicerofosfato acido al 50%
2.25 g/100ml
4.5 g/100ml
2.25g/100ml
6.75 g/100ml
0.003% armina
0.001% ac. Valerenici
0.05% vitexina-4’-D-ramnoside
SP
TAUMA
Sciroppo 130 g
SSN
Vaillant
Passiflora EM
Biancospino fiori ES
Salice bianco cort EM
1g/100g
0.35 g/100g
5 g/100g
no
OTC
VAL-PLUS
30 cps
SSN
Edmond Pharma
Valeriana ES
Passiflora EM
80 mg
80 mg
0.2% ac. Valerenici totali
2.6% flavonoidi (isovitexina)
OTC
 
1: ES=estratto secco; EF=estratto fluido; EM=estratto molle; EI=estratto idroalcolico; EL=estratto liofilizzato; TM=Tintura madre; GD= Gemmoderivato; OE=Olio Essenziale; OEP= olio essenziale purificato f.t.=fitocomplesso totale; c.t.=concentrato totale
2: RR: ricetta medica; OTC: prodotto per automedicazione; SP: non soggetto a prescrizione medica; --: non inserito nel prontuario
3: Passiflora Liofilizzato Multifrazione (Passiflò 2-LMF): è un metodo di estrazione e concentrazione brevettato dalla ditta Aboca (BREVETTO N. 96830038.4) per ottenere un prodotto ad alto titolo di flavonoidi (8%) che sarebbe risultato fino a quattro volte più attivo del normale estratto di pianta standardizzato e titolato in studi sperimentali: Speroni E; Billi R; Mercati V; Boncompagni E; Toja E: Sedative effects of crude extract of Passiflora incarnata after oral administration. Phytotherapy Research 1996; 10/SUPPL. 1 (S92-S94)
 
Caratteristiche ed impiego alla luce della Energetica Estremo-Orientale[*]
 
In Cina viene impiegata la varietà coerulea  chiamata Xi Fan Lian ed inserita fra i rimedi psicoattivi (An Shen Yao) in grado di "calmare lo Shen" (Roi, 1955, Zhao-xiang e Ning-han, 1978-80; Giullaume-Chieu, 1987). Al principio si attribuisce un sapore Amaro ed una natura Tiepida. Inoltre si precisa che esso è privo di tossici e quindi impiegabile con grande facilità anche per lunghi periodi di tempo (con Ziziphus jujuba semen e Biota orientalis semen in caso di ansia, con petali di Lilium e radice di Valeriana officinalis in caso di insonnia) (Keys, 1976, Nguyen Van Nghi-Mai Van Dong, 1981).  Non è descritto un Meridiano Destinatario (Giullaume-Chieu, 1987) e si afferma che l'azione si esplica nell'elimare il Vento-Calore, trasformare i Catarri e calmare la tosse (Zhao-xiang e Ning-han, 1978-80). Le malattie in cui Xi Fan Lian  è maggiormente impiegato sono: insonnia, nevralgie, dismenorrea, diarrea dissenteriforme ed alcune forme di rinite vasomotoria con evidente componente emotiva (Bensy-Barolet, 2000).La dose giornaliera consigliata oscilla, in decotto, fra i 3 e gli 11,5 g. Non vi sono specifiche controindicazioni ed è assumibile anche in gravidanza (Hyatt, 1978).Ricerche francesi (Requena 1985 e Requena-Iderne, 1987), italiane (Di Stanislao-Paoluzzi,1990, A.I.F. 2000) e spagnole (Bueno-Cortes, 1991) pongono la varietà incarnata fra le piante della "Loggia del Fuoco", in grado di ridurre l'iperattività del Fuoco del Cuore (De Berardinis et al., 1992) e, pertanto, da usare in caso di estrema ansia o agitazione anche con forte impronta depressiva. Nelle insonnie con incubi, ovvero nelle somatizzazioni d'ansia con compenente dolorosa intrattabile (cefalea, nevralgia, algomenrrea) il principio si rivela di grande efficacia. Viene preferibilmente dato in Tintura Madre (50 gtt tre volte al dì) o in Estratto Fluido (15-30 gtt 3 volte al dì), sempre dopo i pasti (Di Stanislao C., Paoluzzi L., 1991).  Recenti ricerche sulla "fitoterapia d drenaggio", ovvero sull'uso detossicante di piante medicinali prima di atri specifici trattamenti "alternativi" (omeopatia, omotossicologia, agopuntura, massaggio, ecc.), fanno ritenere il principio utile in situazioni psichiche protratte[†] con ansia estrema e mal controllata (Di Stanislao, 2000).

Autore Marialucia Semizzi
 


Bibliografia Parte Scientifica
 
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