IL REFLUSSO
GASTROESOFAGEO VISTO DA OCCIDENTE A ORIENTE UNO SGUARDO IN FITOTERAPIA.
LA PREMESSA
E’ CHE OGNI INDIVIDUO HA LA SUA STORIA
IL COLLOQUIO ENERGETICO UNITO AI TEST
MUSCOLARI DI KINESIOLOGIA APPLICATA ,
L ASCOLTO DEL SUONO DELLA VOCE, L ESAME POSTURALE
IL TEST DI INTOLLERANZE ALIMENTARI E LA PALPAZIONE DEI PUNTI DOLENTI E LA VALUTAZIONE ENERGETICA DELL ADDOME (AMPUKU ,)LA SCELTA FITOTERAPICA COSTITUZIONALE, SONO LA PREROGATIVA PER UN VERO
MIGLIORAMENTO DI MOLTE CAUSE DI DISTURBI.
SPERO CHE QUESTO ARTICOLO DETTAGLIATO
E MOLTO ARTICOLATO SIA COMUNQUE UTILE ED ESAUSTIVO SIA PER
I PAZIENTI, ALLIEVI DI SHIATSU E AMPUKU, E COLLEGHI .
La malattia da
reflusso gastro-esofageo (RGE) è caratterizzata dal reflusso del contenuto
gastrico nell'esofago ed indica l'incompetenza dello sfintere esofageo
inferiore (cardiale) che, a sua volta, può legarsi a molte cause diverse[i]
[ii]: 1. pressioni intrinseca sfinteriale;
2. morfologia
dell'angolo della giunzione gastro-esofagea;
3. azione del
diaframma;
4. influenza della gravità in posizione eretta.
Il reflusso acido
può determinare una esofagite peptica che dipende, a sua volta, da molti fattori
differenti: 1. causticità del materiale che rifluisce;
2. incapacità di
eliminare dall'esofago e rapidamente il materiale refluito;
3. volume del contenuto gastrico;
4. capacità
protettiva locale della mucosa.
Il sintomo
principale è la pirosi retrosternale con o senza rigurgito del contenuto acido
nella cavità orale.
La pirosi è acuita
dalla posizione sdraiata, compare dopo i pasti o con l'assunzione di alimenti
eccitanti e nervini (caffè, the, cioccolato). Complicanze, oltre all'ulcera
peptica, sono la stenosi esofagea e la metaplasia (precancerosa) di Barrett[1].
L'ulcerazione
causa odinofagia e, spesso, emorragie anche massive (ematemesi e melena).
Il dolore è identico a quello delle ulcere
gastroduodenali (terebrante, trafittivo e rodente), ma spesso localizzato in
sede retro-xifoidea.
La stenosi causa
disfagia progressiva per i cibi solidi. La diagnosi di RGE si fonda, in primo
luogo, su una accurata anamnesi che rivela pirosi, dolore retrosternale e/o
retroxifoideo, rigurgiti acidi, a volte associati a tosse o difficoltà
respiratoria[2], disfagia, modificazioni sintomatologiche in rapporto alla
posizione ecc. Una radiografia baritata in Trendelenburg può mostrare il
reflusso, mentre l'esofagoscopia con citologia ed esame istologico sono utili per
diagnosticare infiammazioni, ulcere, stenosi e metaplasia esofagea. La
manometria monitorizza la pressione sfinteriale mentre la determinazione del pH
esofageo[3] fornisce una prova diretta del reflusso. Il test di Bernstein è
diagnostico e consiste nel riprodurre i sintomi con perfusione acida
dell'esofago e nella loro scomparsa rapida dopo lavaggio con fisiologica.
Anche quando i
reperti endoscopici e radiologici sono negativi, di fronte ad una evidenza
clinica e con test di Bernestein o ph-metria positiva si è giusticati a porre
diagnosi di RGE. La terapia può essere medica e, nel caso di ulcere, metaplasia
o stenosi, chirurgica[iii].
La terapia medica
si avvale di vari accorgimenti:
1. sollevare la
testata del letto del paziente di circa 20 cm
2. eliminare cibi
che aumentano la secrezione acida gastrica (caffè, alcool, cioccolato, grassi,
ecc.)
3. abolire il fumo
4. evitare alcuni
farmaci come, ad esempio, gli anticolinergici
5. usare 30 ml 1 h
dopo ogni pasto e prima di coricarsi, di antiacidi per contatto (idrossido di
alluminio e magnesio o carbonato di calcio, ad esempio), in modo da ridurre
l'acidità gastrica.
6. usare anti H2
per ridurre (ove severa) l'acidità gastrica.
7. impiegare (per
migliorare la competenza sfinteriale) degli agonisti colinergici come betanecol
e mataclopramide[4].
8. gli inibitori della pompa ATPasi idrogeno-potassio
(omeprazolo, lansoprazolo, ecc.) sono da impiegare solo in caso di ulcera
peptica. In caso di stenosi occorre eseguire dilatazione anche endoscopica
progressiva. L'emorrarggia massima necessità di intervento chirurgico
d'urgenza[iv]. Gli interventi chirurgici (Belsey, Hill, Nissen, ecc.) sono da
limitare ai casi complicati e possono essere anche laparoscopici
videoassistiti.
La metaplasia di
Barrett implica terapia medica (antiacida o basato su inibitori della pompa
idrogeno-potassio) e chirurgica, che comunque non risultano sempre
risolutive1-3.
Piccolo riassunto di punti utili per agopuntori operatori shiatsu e tuina
In Medicina Tradizionale Cinese (MTC) il RGE si ascrive a
numerose categorie sindromiche: outu, weitong ecc[v][vi], tutte legate alla
condizione generale definita qini (letteralmente
"controcorrente")[vii].
Secondo
Kespì[viii] si deve ad una mancata armonia fra TR-Superiore e TR-Medio e,
pertanto, punti attivi possono essere: neiguan, shangzhong, xiaowei, zhongwei,
lieque.
Secondo altri autori[ix][x] sono interessanti alcuni
punti che favoriscono la discesa e la progressione del cibo nel digerente e,
fra questi, soprattutto ST43, xiaogu.
Le osservazioni di
Sciarretta[ix] e Borsarello[xii], poi, ci indicano come attivi (per ridurre
l'acidità e migliorare la resistenza peptica mucosale) i punti LI11 (quchi) e
SP3 (taibai).
Studi clinici cinesi ed occidentali, condotti in corso di
acalasia, dimostrano che alcuni punti classici di agopuntura (ST25-36, LI4-11,
CV12[xiii][xiv]) agiscono sul tono dello sfintere esofageo
inferiore[xv][xvi][xvii][xviii][xix][xx].
Vari rimedi della
farmacologia tradizionale cinese possono svolgere azione procinetica e,
soprattutto, antiacida[xxi][xxii]. Studiate, principalmente, sotto il profilo
scientifico e la ricerca dei principi attivi, sono ramuls Zinziber
officinalis[xxiii], Glycyrrhiza uralensis[xxiv] radix e Atractyloders
macrocephala rhizoma[5][xxv][xxvi][xxvii].
[1] Il presentarsi
dell'esofago di Barrett tra i pazienti con malattia da reflusso ha
un'importante significato clinico a causa della maggiore incidenza di
adenocarcinoma dell'esofago. Tutti i pazienti che presentano sintomi da
reflusso da lungo tempo dovrebbero essere sottoposti ad analisi per
l'individuazione dell'esofago di Barrett. Leggi: Katzka M. et al, Med. Clin.
North. Am., 2000, 84: 1137-1161 [2] Soprattutto in età pediatrica il reflusso
(sindrome di Middleton) può causare asma o equivalenti asmatici.
Vedi:Exercise-Induced Gastroesophageal Refluxin Nonasthmatic Children, Allergy
& Clinical Immunology International., 2001, 3: 8-12 [3] Definito acid
reflux test .
E' un metodo per accertare la presenza di materiale a
seguito del reflusso gastroesofageo nell'esofago.Si esegue
analizzando l'acidità dell'ambiente esofageo con una sonda corrispondente a un
elettrodo per la misurazione del pH. Leggi: AAVV: Dizionario di Medicine e
Biologia, Ed. Zanichelli, Bologna, 2001. [4] La cisapride è meno usata perché
ricca di effetti collaterali. [5] Nelle forme da iperacidità in Cina si usa il
Gypsum fibrosum sclerotium che, tuttavia, inibendo lo svuotamento gastrico, può
aggravare, col tempo, la RGE. [6] Presso la UO di Endoscopia Chirurgica della
ASL 04 de L'Aquila, diretto dalla prof.ssa A. Pistoia. [7] Da 0,30 g ciascuna.
Distribuito in Italia da Shen Long srl di Guidonia (RM).
L UTILITA' DELLA FITOTERAPIA UNO SGUARDO AD ALCUNE PIANTE EFFICACI
Le patologie che coinvolgono o
riguardano lo stomaco sono tra le più frequenti della pratica medica
quotidiana, per cui può risultare utile riesaminare le proposte della
fitoterapia nelle affezioni gastriche.
Sappiamo per esperienza che lo stomaco
è il “bersaglio” di quasi tutti i tipi di farmaci somministrati per qualsiasi
affezione e anche numerose piante danno, tra i rari effetti collaterali, disturbi
gastrici. Altrettanto evidente nella pratica è che i disturbi dello stomaco
possono rispondere facilmente a trattamento.
INQUADRAMENTO GENERALE DELL’ARGOMENTO
Prima di parlare delle azioni delle
piante sullo stomaco, ripassiamo in modo molto essenziale le possibili
alterazioni funzionali dello stomaco.
Le funzioni dello stomaco sono
principalmente due:
1)
meccanica
2)
digestiva (secrezione acida e secrezione peptica)
Le
alterazioni di queste due funzioni possono portare a quadri di discinesia e a
quadri di dispepsia.
Per
le alterazioni cinetiche
occorre considerare le seguenti strutture:
- esofago
-
sfintere esofageo superiore: se alterato si ha “bolo isterico”, disfagia
-
sfintere esofageo inferiore: se beante si ha reflusso esofageo con esofagite.
- hyatus esofageo del diaframma: a questo
livello si possono avere irritazioni da erniazione transhyatale del fondo
gastrico, singhiozzo, reflusso del contenuto gastrico a livello esofageo
inferiore, esofagite.
La alterazione della
motilità esofagea (spasmi esofagei)
può dare in generale quadri di dolore irradiato al dorso in zona interscapolare
e alla mandibole (talvolta indistinguibile da attacco coronarico), disfagia,
alitosi, singhiozzo, pirosi e rigurgito, eruttazioni talore acide che possono
ripercuotersi sul versante respiratorio (faringolaringite, tosse da reflusso)
-
muscolatura gastrica liscia: se
alterata, si possono avere atonia gastrica con rallentamento
dello svuotamento gastrico, gonfiore postprandiale e dolore da dilatazione,
nausea o ipertonia con crampi, mancata dilatazione e sazietà dolorosa
precoce
Infine bisogna considerare affine dal
punto di vista funzionale anche il duodeno (la clinica in talune manifestazioni
è indistinguibile) e le discinesie biliari e intestinali spesso associate a
quelle gastriche (alterazioni funzionali gastrointestinali, sindrome
dispeptica).
Le
cause di alterazione della motilità viscerale possono essere:
·
distonie
neurovegetative
·
reazione
a irritazione mucosa (chimica, batterica, micotica, eccetera)
·
infiammazioni
o neoformazioni o aderenze
·
alterazioni
ipersecretive o tentativo di compenso con ipermotilità a situazioni di iposecrezione
Infatti secrezione e motilità sono
strettamente connesse e difficilmente si ha alterazione di una sola delle due.
Per quanto riguarda le attività secretive occorre
ricordare che la secrezione gastrica di acido cloridrico risulta fondamentale
nella patogenesi dei disturbi gastrici. Più rare le patologie legate ad
alterazioni della composizione non cloridrica del succo gastrico.
LO STOMACO IN MEDICINA PSICOSOMATICA
In medicina psicosomatica si descrive
la tipologia che più facilmente va incontro a patologia di somatizzazione
gastrica e ulcera peptica. Viene chiamata “personalità A” e descrive i soggetti
dinamici, volitivi, ambiziosi, controllati e introversi, che non esternano i
loro disagi, apparentemente calmi ma in realtà con ansia interna che li
predispone a sviluppare disturbi come ipertensione arteriosa ed ulcera peptica;
normalmente negano componente emozionale e faticano a verbalizzare i loro
problemi.
Si può immaginarli come soggetti che
non esternano le loro emozioni eppure non riescono a digerire il loro vissuto,
e “resta tutto sullo stomaco”, con difficoltà dgestive, senso di digestione
bloccata, crampi, senso di “pugno in stomaco” eccetera; oppure in talune
occasioni, in modo incontrollabile, tentano di espellere ciò che non riescono a
digerire ed accettare ed allora compare il vomito (che in psicosomatica è letto
come espressione di rifiuto ed incapacità di accettare una situazione); infine
possono accusare anoressia e inappetenza nervosa (lo stomaco si chiude perché
il soggetto non riesce più ad introiettare nulla, o ne ha paura).
INQUADRAMENTO DELLE PATOLOGIE DELLO
STOMACO
(ECCETTO NEOPLASIE E ULCERA)
Le patologie dello stomaco riconoscono
il principale meccanismo patogenetico in alterazioni della secrezione acida, o
nel prolungato contatto con secrezione biliare nel caso di reflusso biliare.
In
base al meccanismo
distinguiamo:
Gastriti
iposecretive:
caratterizzate da vari disturbi, variamente associati: lentezza digestiva,
gonfiore addominale e dolori da tensione addominale, nausea postprandiale,
borborigmi ed eruttazioni, sensazione di sazietà precoce, dolori crampiformi
postprandiali o che comunque non passano o peggiorano dopo mangiato, senso di
oppressione toracica e sonnolenza postprandiale
Gastriti
ipersecretive: caratterizzate da pirosi, senso di languore e
fame patologica, dolore gastrico a digiuno che passa mangiando, nausea a
digiuno che migliora a stomaco pieno, crampi, possibile gonfiore addominale,
dolore notturno.
Reflusso
gastroesofageo: caratterizzato da bruciore gastrico e
retrosternale, dolori retrosternali che possono irradiarsi al torace (a dx o a
sx), lungo il collo, al dorso (all’altezza tra T4 e T7) ed essere talmente
intensi da simulare l’angina pectoris ingenerando angoscia, extrasistolia,
singhiozzo, alitosi, in alcuni casi tosse prevalentemente notturna, nausea e
iporessia o al contrario languore e aumento della fame.
Reflusso
biliare: questo quadro
è simile a quello della gastrite iposecretiva, può esserne indistinguibile
oppure dare dolori vaghi o intensi a livello ipocondriaco destro o sottocostali
o al lato del torace, nausea, amaro in bocca al mattino, dolori epigastrici
anche irradiati a livello sottoscapolare destro e alterazioni dell’alvo.
Infine ricordo che alcune allergie e
intolleranze alimentari scatenano disturbi gastrici o vere e proprie coliche.
In questo caso la causa può essere rivelata da accurata anamnesi (normalmente
quelli gastrici sono sintomi precoci dopo ingestione di cibo “sbagliato”) o da
test di scatenamento.
E’ opportuno tenere presente che i
sintomi gastrici possono essere a partenza gastrica oppure “riflessi” allo
stomaco (discinesie biliari, disturbi intestinali o pancreatici, disturbi
uterini, eccetera). In questo caso il trattamento deve considerare l’origine
reale del disturbo.
PER I QUADRI IPOSECRETIVI
(Nota
generale: queste piante sono controindicate nell’ulcera peptica e nei
quadri ipersecretivi).
Le possibilità terapeutiche
fitoterapiche (mediante le piante con attività cosiddette “carminative” o
“digestive”) dei quadri di gastrite
iposecretiva o di dispepsia caratterizzati da lentezza digestiva, gonfiore
addominale, nausea, pirosi, dolore crampiforme o da distensione, sonnolenza
post-prandiale e svogliatezza sono davvero molte. Quasi tutte le spezie comunemente
utilizzate in cucina hanno anche di queste proprietà: salvia, menta e
mentuccia, dragoncello, aglio, erba cipollina, peperoncino, finocchio, rucola,
eccetera. Di alcune piante sono ampiamente utilizzate le proprietà eupeptiche
attraverso la preparazione di elisir e liquori digestivi: angelica, anice,
carciofo, genziana, eccetera.
Nome
botanico: Angelica Archangelica L.
Famiglia: Apiacee o Umbellifere
Parti utilizzate: radici, [sommità fiorite, semi (frutti)]
Componenti principali: Radice: olio essenziale (composto soprattutto da alfa-fellandrene,
alfa-pinene, limonene, linalolo, borneolo). La quantità di olio essenziale
dipende dal tipo e dallo stato della radice: nella droga fresca rappresenta lo
0,10-0,37%, nella droga secca lo 0,35-1%, nei rizomi secchi lo 0,16-0,24%, in
radici avventizie secche lo 0,33-0,61%, in radici grosse lo 0,32-0,53%, in
quelle sottili lo 0,93-1,08%; inoltre dipende dal luogo di raccolta: la radice
di pianta cresciuta in pianura contiene circa lo 0,426% di olio, che risulta
meno aromatico, mentre quella cresciuta in montagna a 800 metri di altitudine
ne contiene una percentuale maggiore, circa lo 0,518, maggiormente aromatico.
Cumarine (angelicina, archicina, arcangelicina, umbelliferone, umbelliprenina,
ostenolo, ostolo, xantotossolo, xantotossina, kivannina, ecc.), tannini,
pectine, resine, terpeni, glucidi (saccarosio, , fruttosio, glucosio e un
trioso scindibile in fruttosio, glucosio e galattosio), sitosteroli, acidi organici,
lattone dell’acido 15-ossipentadecenoico (componente odoroso, le radici
francesi ne sono più ricche = 20,4-27,04% = rispetto a quelle belghe =
16,3-27,04%), acido clorogenico, acido caffeico, acido angelico (fino allo
0,3%), acido ossalico, acido malonico, acido succinico. Vitamina B1. Frutti (semi): olio essenziale,
imperatorina, e bergaptene (furocumarine), sostanze acetiche e alcolbutiliche.
Si pensa che l’attività terapeutica sia dovuta a
questi componenti (Ceccherelli et al, 2000; Suozzi, 1995): olio essenziale: azione sul sistema nervoso centrale
dose-dipendente eccito-stupefacente; cumarine
(angelicina): azione sedativa e spasmolitica; lattoni e flavoni: stimolazione secrezioni epato-pancreatiche; droga in toto(di cui solo lo 0,1-1% è
costituito da olio essenziale): azione amarotonico (stimola la secrezione di
succhi gastrici e l’appetito) aromatica, estratti
acetici e alcolbutilici dei frutti: attività battericida
Azioni: a livello del sistema nervoso centrale si osserva
a bassa dose azione eccitante, ad alta dose al contrario attività
depressiva-stupefacente cerebrale; documentata azione anticolinergica
dell’olio essenziale; azione amarotonica e digestiva attraverso la stimolazione
della secrezione dei succhi digestivi gastrici e pancreatici; è stata descritta
azione battericida su svariati ceppi (Staphilococccus aureus, Serratia
marcescens, Mycobacterium smegmatis, candida albicans, Ervinia caratovora,
Streptococcus Venezuelae, eccetera).
[Descritte anche (più per le
specie orientali) azioni broncodilatatrici e antiasmatiche, coronarodilatatrici,
antiaggreganti, antiaritmiche, regolarizzanti la motilità uterina, ma non sono
riportate nei manuali europei perché tali azioni sembrano doversi ascrivere
all’attività della ligustilide e dell’acido ferulico, presenti nell’Angelica
sinensis ma non isolati in quella Archangelica].
Titolazione: non essendo iscritta alla FU non è richiesta
titolazione. Cumarine (angelicina)
Indicazioni: fin dal XVIII secolo sono note ricette di uso
domestico di digestivi alcolici ed elixir stomacici. E’ indicata nelle
convalescenze, anoressia, dispepsie, meteorismo, enteriti, nel ritardo
mestruale per favorirne la comparsa. L’infuso dei frutti si usa come
antispastico della muscolatura liscia. L’Angelica
sylvestris ha anche azione antitussigena ed espettorante
Controindicazioni
e avvertenze: controindicata in casi di
ulcera gastrica e duodenale. Nelle modalità di uso comune non è tossica.
Tuttavia ad alte dosi deprime le attività che a bassa dose stimola, dà nausea,
difficoltà digestive, depressione del sistema nervoso centrale fino a morte per
depressione cardiorespiratoria.
Le furocumarine aumentano la
fotosensibilità cutanea, tuttavia esse sono presenti soprattutto nei frutti.
Interazioni: per la presenza di furocumarine
interagiscono con i raggi ultravioletti (esposizione al sole).
Formulazioni
e posologia:
droga secca:
4,5 gr/die;
estratto fluido 1:1
: 1,5-3 gr.; poiché 1 grammo sono circa 50 gocce, avremmo 25-50 gtt x 2-3 volte
al dì
tintura (20%
estratto fluido e 80% alcool 60°): ½ - 1 cucchiaino due tre volte al dì
tintura madre:
30-40 gtt due tre volte al dì (Rossi, 1992)
Infuso:
gr. 2 di radice contusa in 150ml di acqua bollente in infusione per 15’: bere
una tazza 30’ prima di ogni pasto.
Associazioni
utili: sconsigliabile
l’associazione con altre piante amare (Firenzuoli, 2000). Per esempio:,
Camomilla romana, Melissa, Biancospino, Passiflora, Zenzero; Rosmarino, Tiglio,
Agrimonia
PER I QUADRI IPERSECRETIVI
Tutto sommato le piante disponibili
per i quadri ipersecretivi sono minori di quelle disponibili per quelli
iposecretivi.
Tra quelle disponibili abbiamo
selezionato le seguenti:
Altea: per l’azione lenitiva,
decongestionante e cicatrizzante
Camomilla matricaria: per l’azione
lenitiva, antispastica, analgesica
Liquirizia: per l’azione iposecretiva,
lenitiva, citoprotettiva, digestiva
Malva: per l’azione lenitiva,
citoprotettiva e cicatrizzante
Passiflora: per l’azione sedativa e
antispastica
Uncaria Tomentosa: per l’azione
citoprotettiva e antiflogistica
Abbiamo presentato lo Zenzero nella
sezione delle gastriti iposecretive, tuttavia potrebbe essere inserito anche
tra queste, data la sua azione citoprotettiva e antiulcerosa. La motivazione
della scelta di presentarlo nei quadri iposecretivi è che ha azione procinetica
ed eupeptica.
Nome
botanico: Althea Officinalis L.
Famiglia:
Malvaceæ
Droga: fiori, foglie e radici
Componenti
principali (Suozzi,
1995; Ceccherelli et al, 2000; Firenzuoli, 2000): mucillagini (10-20%): acido
d-galatturonico, metilpentoso, arabino-galattani, galatturono-ramnani; antociani,
asparagina (2%), amido, pectine (11%), polifenoli: flavonoidi (isoquercitrina,
astragalina, populina) e tannini; zuccheri; tracce di olio essenziale,
steroli.
Titolazione: non richiesta
Si
pensa che le azioni siano dovute ai seguenti componenti: mucillagini: azione lenitiva
Azioni: lenitiva, emolliente, citoprotettiva
per contatto (mucillagini si rigonfiano d’acqua e formano un film protettivo
sulle mucose e sulla pelle) (Firenzuoli, 2000). Ipoglicemica [?] (Handa et al,
1989). Antitussigena (non espettorante) nelle tossi stizzose e secche (Ceccherelli
et al, 2000)
Indicazioni: flogosi anche ulcerative delle
mucose orale e gastrointestinale: glossiti, parodontopatie, faringiti,
esofagiti, gastriti, enteriti, [diarrea], dolori addominali (algomenorrea),
congiuntivite, irritazioni cutanee (per impacco), tosse.
Controindicazioni
e avvertenze: non
note. Data la ricchezza in mucillagini potrebbe teoricamente inibire o
ritardare l’assorbimento di principi attivi di farmaci contemporaneamente
assunti, per cui è preferibile assumerla a distanza da altre preparazioni
terapeutiche (Firenzuoli, 2000).
Formulazioni
e posologia:
Macerato a freddo estemporaneo: 1 cucchiaio di radice sminuzzata in
acqua per 3-5 ore, senza far bollire, poi filtrato e bevuto (Firenzuoli, 2000)
Infuso di foglie: i principi attivi sono scarsi e non
dosati, per cui ad esempio Firenzuoli sconsiglia questa preparazione
(Firenzuoli, 2000)
Estratto fluido: 2-5 g/die (Refit 97); 30 gttx3/die
in poca acqua (Qi&Phytos)
Polvere di radice: 6 g/die (refit 97); capsule da 500
mg: 2 cpx2-3/die (Firenzuoli, 2000)
Sciroppo semplice: EF 2-5 g portato a 100 g con
sciroppo semplice FU (Ceccherelli et al, 2000)
Decotto: far bollire 30 g di droga in 1 litro
di acqua per 15 minuti, filtrare e far raffreddare, usare per gargarismi e
risciacqui ogni 2 ore (Penso, 1993)
Associazioni
utili: Menta,
Liquirizia, Zenzero; può essere associata ad altre piante lenitive o lassative
ricche di mucillagini (Malva, Lino); oppure utilizzata come veicolo di oli
essenziali ad attività balsamica e antispastica (es: OE Menta).
Bibliografia: [i] AAVV: Manuale Merck di Diagnosi e
Terapia, Sezione 3: Malattie Gastrointestinali, 7Th Ed., Ed. Mediform Italia,
Milano, 1999. [ii] Isselbacher K.J. et al. (eds): Harrison. Principi di
Medicina Interna, 13Th Ed., Ed. Mac Graw Hill Italia, Milano, 1996. [iii]
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