venerdì 7 febbraio 2014

IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO, DIGERISCI LA TUA VITA?


IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO VISTO DA OCCIDENTE A ORIENTE UNO SGUARDO IN FITOTERAPIA. 
 
 


 
 
 
 
 

LA PREMESSA E’ CHE OGNI INDIVIDUO HA LA SUA STORIA
 
 
IL COLLOQUIO ENERGETICO UNITO AI TEST MUSCOLARI DI KINESIOLOGIA APPLICATA ,
L ASCOLTO DEL SUONO DELLA VOCE,  L ESAME POSTURALE 
IL TEST DI INTOLLERANZE ALIMENTARI  E LA PALPAZIONE DEI PUNTI  DOLENTI E LA VALUTAZIONE ENERGETICA DELL ADDOME (AMPUKU ,)LA SCELTA FITOTERAPICA COSTITUZIONALE, SONO LA PREROGATIVA PER UN VERO MIGLIORAMENTO DI MOLTE CAUSE DI DISTURBI.
SPERO CHE QUESTO ARTICOLO DETTAGLIATO E MOLTO ARTICOLATO SIA COMUNQUE UTILE ED ESAUSTIVO SIA  PER I PAZIENTI, ALLIEVI DI SHIATSU E AMPUKU, E COLLEGHI  .

 

 La malattia da reflusso gastro-esofageo (RGE) è caratterizzata dal reflusso del contenuto gastrico nell'esofago ed indica l'incompetenza dello sfintere esofageo inferiore (cardiale) che, a sua volta, può legarsi a molte cause diverse[i] [ii]: 1. pressioni intrinseca sfinteriale;

 2. morfologia dell'angolo della giunzione gastro-esofagea;

 3. azione del diaframma;

4. influenza della gravità in posizione eretta.

 Il reflusso acido può determinare una esofagite peptica che dipende, a sua volta, da molti fattori differenti: 1. causticità del materiale che rifluisce;

 2. incapacità di eliminare dall'esofago e rapidamente il materiale refluito;

3. volume del contenuto gastrico;

 4. capacità protettiva locale della mucosa.

 Il sintomo principale è la pirosi retrosternale con o senza rigurgito del contenuto acido nella cavità orale.

 La pirosi è acuita dalla posizione sdraiata, compare dopo i pasti o con l'assunzione di alimenti eccitanti e nervini (caffè, the, cioccolato). Complicanze, oltre all'ulcera peptica, sono la stenosi esofagea e la metaplasia (precancerosa) di Barrett[1].

 L'ulcerazione causa odinofagia e, spesso, emorragie anche massive (ematemesi e melena).

Il dolore è identico a quello delle ulcere gastroduodenali (terebrante, trafittivo e rodente), ma spesso localizzato in sede retro-xifoidea.

 La stenosi causa disfagia progressiva per i cibi solidi. La diagnosi di RGE si fonda, in primo luogo, su una accurata anamnesi che rivela pirosi, dolore retrosternale e/o retroxifoideo, rigurgiti acidi, a volte associati a tosse o difficoltà respiratoria[2], disfagia, modificazioni sintomatologiche in rapporto alla posizione ecc. Una radiografia baritata in Trendelenburg può mostrare il reflusso, mentre l'esofagoscopia con citologia ed esame istologico sono utili per diagnosticare infiammazioni, ulcere, stenosi e metaplasia esofagea. La manometria monitorizza la pressione sfinteriale mentre la determinazione del pH esofageo[3] fornisce una prova diretta del reflusso. Il test di Bernstein è diagnostico e consiste nel riprodurre i sintomi con perfusione acida dell'esofago e nella loro scomparsa rapida dopo lavaggio con fisiologica.

 Anche quando i reperti endoscopici e radiologici sono negativi, di fronte ad una evidenza clinica e con test di Bernestein o ph-metria positiva si è giusticati a porre diagnosi di RGE. La terapia può essere medica e, nel caso di ulcere, metaplasia o stenosi, chirurgica[iii].

 La terapia medica si avvale di vari accorgimenti:

 1. sollevare la testata del letto del paziente di circa 20 cm

 2. eliminare cibi che aumentano la secrezione acida gastrica (caffè, alcool, cioccolato, grassi, ecc.)

3. abolire il fumo

 4. evitare alcuni farmaci come, ad esempio, gli anticolinergici

 5. usare 30 ml 1 h dopo ogni pasto e prima di coricarsi, di antiacidi per contatto (idrossido di alluminio e magnesio o carbonato di calcio, ad esempio), in modo da ridurre l'acidità gastrica.

 6. usare anti H2 per ridurre (ove severa) l'acidità gastrica.

 7. impiegare (per migliorare la competenza sfinteriale) degli agonisti colinergici come betanecol e mataclopramide[4].

8. gli inibitori della pompa ATPasi idrogeno-potassio (omeprazolo, lansoprazolo, ecc.) sono da impiegare solo in caso di ulcera peptica. In caso di stenosi occorre eseguire dilatazione anche endoscopica progressiva. L'emorrarggia massima necessità di intervento chirurgico d'urgenza[iv]. Gli interventi chirurgici (Belsey, Hill, Nissen, ecc.) sono da limitare ai casi complicati e possono essere anche laparoscopici videoassistiti.

 La metaplasia di Barrett implica terapia medica (antiacida o basato su inibitori della pompa idrogeno-potassio) e chirurgica, che comunque non risultano sempre risolutive1-3.

 Piccolo riassunto di punti utili per agopuntori operatori shiatsu e tuina

In Medicina Tradizionale Cinese (MTC) il RGE si ascrive a numerose categorie sindromiche: outu, weitong ecc[v][vi], tutte legate alla condizione generale definita qini (letteralmente "controcorrente")[vii].

 Secondo Kespì[viii] si deve ad una mancata armonia fra TR-Superiore e TR-Medio e, pertanto, punti attivi possono essere: neiguan, shangzhong, xiaowei, zhongwei, lieque.

Secondo altri autori[ix][x] sono interessanti alcuni punti che favoriscono la discesa e la progressione del cibo nel digerente e, fra questi, soprattutto ST43, xiaogu.

 Le osservazioni di Sciarretta[ix] e Borsarello[xii], poi, ci indicano come attivi (per ridurre l'acidità e migliorare la resistenza peptica mucosale) i punti LI11 (quchi) e SP3 (taibai).

Studi clinici cinesi ed occidentali, condotti in corso di acalasia, dimostrano che alcuni punti classici di agopuntura (ST25-36, LI4-11, CV12[xiii][xiv]) agiscono sul tono dello sfintere esofageo inferiore[xv][xvi][xvii][xviii][xix][xx].

 Vari rimedi della farmacologia tradizionale cinese possono svolgere azione procinetica e, soprattutto, antiacida[xxi][xxii]. Studiate, principalmente, sotto il profilo scientifico e la ricerca dei principi attivi, sono ramuls Zinziber officinalis[xxiii], Glycyrrhiza uralensis[xxiv] radix e Atractyloders macrocephala rhizoma[5][xxv][xxvi][xxvii].

 [1] Il presentarsi dell'esofago di Barrett tra i pazienti con malattia da reflusso ha un'importante significato clinico a causa della maggiore incidenza di adenocarcinoma dell'esofago. Tutti i pazienti che presentano sintomi da reflusso da lungo tempo dovrebbero essere sottoposti ad analisi per l'individuazione dell'esofago di Barrett. Leggi: Katzka M. et al, Med. Clin. North. Am., 2000, 84: 1137-1161 [2] Soprattutto in età pediatrica il reflusso (sindrome di Middleton) può causare asma o equivalenti asmatici. Vedi:Exercise-Induced Gastroesophageal Refluxin Nonasthmatic Children, Allergy & Clinical Immunology International., 2001, 3: 8-12 [3] Definito acid reflux test .

E' un metodo per accertare la presenza di materiale a seguito del reflusso gastroesofageo nell'esofago.Si esegue analizzando l'acidità dell'ambiente esofageo con una sonda corrispondente a un elettrodo per la misurazione del pH. Leggi: AAVV: Dizionario di Medicine e Biologia, Ed. Zanichelli, Bologna, 2001. [4] La cisapride è meno usata perché ricca di effetti collaterali. [5] Nelle forme da iperacidità in Cina si usa il Gypsum fibrosum sclerotium che, tuttavia, inibendo lo svuotamento gastrico, può aggravare, col tempo, la RGE. [6] Presso la UO di Endoscopia Chirurgica della ASL 04 de L'Aquila, diretto dalla prof.ssa A. Pistoia. [7] Da 0,30 g ciascuna. Distribuito in Italia da Shen Long srl di Guidonia (RM).

 

 L UTILITA'  DELLA FITOTERAPIA UNO SGUARDO AD ALCUNE PIANTE EFFICACI

 


Le patologie che coinvolgono o riguardano lo stomaco sono tra le più frequenti della pratica medica quotidiana, per cui può risultare utile riesaminare le proposte della fitoterapia nelle affezioni gastriche.

Sappiamo per esperienza che lo stomaco è il “bersaglio” di quasi tutti i tipi di farmaci sommi­nistrati per qualsiasi affezione e anche numerose piante danno, tra i rari effetti collaterali, di­sturbi gastrici. Altrettanto evidente nella pratica è che i disturbi dello stomaco possono ri­spondere facilmente a trattamento.

 

 

INQUADRAMENTO GENERALE DELL’ARGOMENTO

 

 

Prima di parlare delle azioni delle piante sullo stomaco, ripassiamo in modo molto essenziale le possibili alterazioni funzionali dello stomaco.

Le funzioni dello stomaco sono principalmente due:

1) meccanica

2) digestiva (secrezione acida e secrezione peptica)

Le alterazioni di queste due funzioni possono portare a quadri di discinesia e a quadri di di­spepsia.

Per le alterazioni cinetiche occorre considerare le seguenti strutture:

- esofago

- sfintere esofageo superiore: se alterato si ha “bolo isterico”, disfagia

- sfintere esofageo inferiore: se beante si ha reflusso esofageo con esofagite.

- hyatus esofageo del diaframma: a questo livello si possono avere irritazioni da ernia­zione transhyatale del fondo gastrico, singhiozzo, reflusso del contenuto gastrico a livello esofageo inferiore, esofagite.

La alterazione della motilità esofagea (spasmi esofagei) può dare in generale quadri di dolore irradiato al dorso in zona interscapolare e alla mandibole (talvolta indistinguibile da attacco coronarico), disfagia, alitosi, singhiozzo, pirosi e rigurgito, eruttazioni talore acide che possono ripercuotersi sul versante respiratorio (faringolaringite, tosse da reflusso)

- muscolatura gastrica liscia: se alterata, si possono avere atonia gastrica con rallenta­mento dello svuotamento gastrico, gonfiore postprandiale e dolore da dilatazione, nausea o ipertonia con crampi, mancata dilatazione e sazietà dolorosa precoce

Infine bisogna considerare affine dal punto di vista funzionale anche il duodeno (la clinica in talune manifestazioni è indistinguibile) e le discinesie biliari e intestinali spesso associate a quelle gastriche (alterazioni funzionali gastrointestinali, sindrome dispeptica).

Le cause di alterazione della motilità viscerale possono essere:

·         distonie neurovegetative

·         reazione a irritazione mucosa (chimica, batterica, micotica, eccetera)

·         infiammazioni o neoformazioni o aderenze

·         alterazioni ipersecretive o tentativo di compenso con ipermotilità a situazioni di ipose­crezione

Infatti secrezione e motilità sono strettamente connesse e difficilmente si ha alterazione di una sola delle due.

Per quanto riguarda le attività secretive occorre ricordare che la secrezione gastrica di acido cloridrico risulta fondamentale nella patogenesi dei disturbi gastrici. Più rare le pato­logie legate ad alterazioni della composizione non cloridrica del succo gastrico.

 

LO STOMACO IN MEDICINA PSICOSOMATICA

 

In medicina psicosomatica si descrive la tipologia che più facilmente va incontro a patologia di somatizzazione gastrica e ulcera peptica. Viene chiamata “personalità A” e descrive i soggetti dinamici, volitivi, ambiziosi, controllati e introversi, che non esternano i loro disagi, apparentemente calmi ma in realtà con ansia interna che li predispone a sviluppare disturbi come ipertensione arteriosa ed ulcera peptica; normalmente negano componente emozio­nale e faticano a verbalizzare i loro problemi.

Si può immaginarli come soggetti che non esternano le loro emozioni eppure non riescono a digerire il loro vissuto, e “resta tutto sullo stomaco”, con difficoltà dgestive, senso di dige­stione bloccata, crampi, senso di “pugno in stomaco” eccetera; oppure in talune occasioni, in modo incontrollabile, tentano di espellere ciò che non riescono a digerire ed accettare ed allora compare il vomito (che in psicosomatica è letto come espressione di rifiuto ed inca­pacità di accettare una situazione); infine possono accusare anoressia e inappetenza ner­vosa (lo stomaco si chiude perché il soggetto non riesce più ad introiettare nulla, o ne ha paura).

 

INQUADRAMENTO DELLE PATOLOGIE DELLO STOMACO
(ECCETTO NEOPLASIE E ULCERA)

 

Le patologie dello stomaco riconoscono il principale meccanismo patogenetico in alterazioni della secrezione acida, o nel prolungato contatto con secrezione biliare nel caso di reflusso biliare.

In base al meccanismo distinguiamo:

Gastriti iposecretive: caratterizzate da vari disturbi, variamente associati: lentezza dige­stiva, gonfiore addominale e dolori da tensione addominale, nausea postprandiale, borbo­rigmi ed eruttazioni, sensazione di sazietà precoce, dolori crampiformi postprandiali o che comunque non passano o peggiorano dopo mangiato, senso di oppressione toracica e son­nolenza postprandiale

Gastriti ipersecretive:  caratterizzate da pirosi, senso di languore e fame patologica, dolore gastrico a digiuno che passa mangiando, nausea a digiuno che migliora a stomaco pieno, crampi, possibile gonfiore addominale, dolore notturno.

Reflusso gastroesofageo:  caratterizzato da bruciore gastrico e retrosternale, dolori retro­sternali che possono irradiarsi al torace (a dx o a sx), lungo il collo, al dorso (all’altezza tra T4 e T7) ed essere talmente intensi da simulare l’angina pectoris ingenerando angoscia, extrasistolia, singhiozzo, alitosi, in alcuni casi tosse prevalentemente notturna, nausea e ipo­ressia o al contrario languore e aumento della fame.

Reflusso biliare: questo quadro è simile a quello della gastrite iposecretiva, può esserne in­distinguibile oppure dare dolori vaghi o intensi a livello ipocondriaco destro o sottocostali o al lato del torace, nausea, amaro in bocca al mattino, dolori epigastrici anche irradiati a livello sottoscapolare destro e alterazioni dell’alvo.

Infine ricordo che alcune allergie e intolleranze alimentari scatenano disturbi gastrici o vere e proprie coliche. In questo caso la causa può essere rivelata da accurata anamnesi (normal­mente quelli gastrici sono sintomi precoci dopo ingestione di cibo “sbagliato”) o da test di scatenamento.

E’ opportuno tenere presente che i sintomi gastrici possono essere a partenza gastrica op­pure “riflessi” allo stomaco (discinesie biliari, disturbi intestinali o pancreatici, disturbi uterini, eccetera). In questo caso il trattamento deve considerare l’origine reale del disturbo.


 

PER I QUADRI IPOSECRETIVI

 

 

(Nota generale: queste piante sono controindicate nell’ulcera peptica e nei quadri ipersecre­tivi).

Le possibilità terapeutiche fitoterapiche (mediante le piante con attività cosiddette “carmina­tive” o “digestive”) dei quadri di gastrite iposecretiva o di dispepsia caratterizzati da len­tezza digestiva, gonfiore addominale, nausea, pirosi, dolore crampiforme o da distensione, sonnolenza post-prandiale e svogliatezza sono davvero molte. Quasi tutte le spezie comu­nemente utilizzate in cucina hanno anche di queste proprietà: salvia, menta e mentuccia, dragoncello, aglio, erba cipollina, peperoncino, finocchio, rucola, eccetera. Di alcune piante sono ampiamente utilizzate le proprietà eupeptiche attraverso la preparazione di elisir e liquori digestivi: angelica, anice, carciofo, genziana, eccetera.

 

ANGELICA

 

Nome botanico: Angelica Archangelica L.

Famiglia: Apiacee o Umbellifere

Parti utilizzate: radici, [sommità fiorite, semi (frutti)]

Componenti principali: Radice: olio essenziale (composto soprattutto da alfa-fellandrene, alfa-pinene, limonene, linalolo, borneolo). La quantità di olio essenziale dipende dal tipo e dallo stato della radice: nella droga fresca rappresenta lo 0,10-0,37%, nella droga secca lo 0,35-1%, nei rizomi secchi lo 0,16-0,24%, in radici avventizie secche lo 0,33-0,61%, in ra­dici grosse lo 0,32-0,53%, in quelle sottili lo 0,93-1,08%; inoltre dipende dal luogo di rac­colta: la radice di pianta cresciuta in pianura contiene circa lo 0,426% di olio, che risulta meno aromatico, mentre quella cresciuta in montagna a 800 metri di altitudine ne contiene una percentuale maggiore, circa lo 0,518, maggiormente aromatico. Cumarine (angelicina, archicina, arcangelicina, umbelliferone, umbelliprenina, ostenolo, ostolo, xantotossolo, xantotossina, kivannina, ecc.), tannini, pectine, resine, terpeni, glucidi (saccarosio, , frutto­sio, glucosio e un trioso scindibile in fruttosio, glucosio e galattosio), sitosteroli, acidi orga­nici, lattone dell’acido 15-ossipentadecenoico (componente odoroso, le radici francesi ne sono più ricche = 20,4-27,04% = rispetto a quelle belghe = 16,3-27,04%), acido cloroge­nico, acido caffeico, acido angelico (fino allo 0,3%), acido ossalico, acido malonico, acido succinico. Vitamina B1. Frutti (semi): olio essenziale, imperatorina, e bergaptene (furocu­marine), sostanze acetiche e alcolbutiliche.

Si pensa che l’attività terapeutica sia dovuta a questi componenti (Ceccherelli et al, 2000; Suozzi, 1995): olio essenziale: azione sul sistema nervoso centrale dose-dipendente eccito-stupefacente; cumarine (angelicina): azione sedativa e spasmolitica; lattoni e flavoni: stimolazione secrezioni epato-pancreatiche; droga in toto(di cui solo lo 0,1-1% è costituito da olio essenziale): azione amarotonico (stimola la secrezione di succhi gastrici e l’appetito) aromatica, estratti acetici e alcolbutilici dei frutti: attività battericida

Azioni: a livello del sistema nervoso centrale si osserva a bassa dose azione eccitante, ad alta dose al contrario attività depressiva-stupefacente cerebrale; documentata azione anti­colinergica dell’olio essenziale; azione amarotonica e digestiva attraverso la stimolazione della secrezione dei succhi digestivi gastrici e pancreatici; è stata descritta azione batteri­cida su svariati ceppi (Staphilococccus aureus, Serratia marcescens, Mycobacterium smegmatis, candida albicans, Ervinia caratovora, Streptococcus Venezuelae, eccetera).

[Descritte anche (più per le specie orientali) azioni broncodilatatrici e antiasmatiche, coro­narodilatatrici, antiaggreganti, antiaritmiche, regolarizzanti la motilità uterina, ma non sono riportate nei manuali europei perché tali azioni sembrano doversi ascrivere all’attività della ligustilide e dell’acido ferulico, presenti nell’Angelica sinensis ma non isolati in quella Ar­changelica].

Titolazione: non essendo iscritta alla FU non è richiesta titolazione. Cumarine (angelicina)

Indicazioni: fin dal XVIII secolo sono note ricette di uso domestico di digestivi alcolici ed eli­xir stomacici. E’ indicata nelle convalescenze, anoressia, dispepsie, meteorismo, enteriti, nel ritardo mestruale per favorirne la comparsa. L’infuso dei frutti si usa come antispastico della muscolatura liscia. L’Angelica sylvestris ha anche azione antitussigena ed espetto­rante

Controindicazioni e avvertenze: controindicata in casi di ulcera gastrica e duodenale. Nelle modalità di uso comune non è tossica. Tuttavia ad alte dosi deprime le attività che a bassa dose stimola, dà nausea, difficoltà digestive, depressione del sistema nervoso centrale fino a morte per depressione cardiorespiratoria.

Le furocumarine aumentano la fotosensibilità cutanea, tuttavia esse sono presenti soprat­tutto nei frutti.

Interazioni: per la presenza di furocumarine interagiscono con i raggi ultravioletti (esposi­zione al sole).

Formulazioni e posologia:

droga secca: 4,5 gr/die;

estratto fluido 1:1 : 1,5-3 gr.; poiché 1 grammo sono circa 50 gocce, avremmo 25-50 gtt x 2-3 volte al dì

tintura (20% estratto fluido e 80% alcool 60°): ½ - 1 cucchiaino due tre volte al dì

tintura madre: 30-40 gtt due tre volte al dì (Rossi, 1992)

Infuso: gr. 2 di radice contusa in 150ml di acqua bollente in infusione per 15’: bere una tazza 30’ prima di ogni pasto.

Associazioni utili: sconsigliabile l’associazione con altre piante amare (Firenzuoli, 2000). Per esempio:, Camomilla romana, Melissa, Biancospino, Passiflora, Zenzero; Rosmarino, Tiglio, Agrimonia

 

PER I QUADRI IPERSECRETIVI

 

Tutto sommato le piante disponibili per i quadri ipersecretivi sono minori di quelle disponibili per quelli iposecretivi.

Tra quelle disponibili abbiamo selezionato le seguenti:

Altea: per l’azione lenitiva, decongestionante e cicatrizzante

Camomilla matricaria: per l’azione lenitiva, antispastica, analgesica

Liquirizia: per l’azione iposecretiva, lenitiva, citoprotettiva, digestiva

Malva: per l’azione lenitiva, citoprotettiva e cicatrizzante

Passiflora: per l’azione sedativa e antispastica

Uncaria Tomentosa: per l’azione citoprotettiva e antiflogistica

Abbiamo presentato lo Zenzero nella sezione delle gastriti iposecretive, tuttavia potrebbe es­sere inserito anche tra queste, data la sua azione citoprotettiva e antiulcerosa. La motiva­zione della scelta di presentarlo nei quadri iposecretivi è che ha azione procinetica ed eu­peptica.

 

 

ALTEA

 

Nome botanico: Althea Officinalis L.

Famiglia: Malvaceæ

Droga: fiori, foglie e radici

Componenti principali (Suozzi, 1995; Ceccherelli et al, 2000; Firenzuoli, 2000): mucillagini (10-20%): acido d-galatturonico, metilpentoso, arabino-galattani, galatturono-ramnani; anto­ciani, asparagina (2%), amido, pectine (11%), polifenoli: flavonoidi (isoquercitrina, astraga­lina, populina) e tannini; zuccheri; tracce di olio essenziale, steroli.

Titolazione: non richiesta

Si pensa che le azioni siano dovute ai seguenti componenti: mucillagini: azione lenitiva

Azioni: lenitiva, emolliente, citoprotettiva per contatto (mucillagini si rigonfiano d’acqua e formano un film protettivo sulle mucose e sulla pelle) (Firenzuoli, 2000). Ipoglicemica [?] (Handa et al, 1989). Antitussigena (non espettorante) nelle tossi stizzose e secche (Cecche­relli et al, 2000)

Indicazioni: flogosi anche ulcerative delle mucose orale e gastrointestinale: glossiti, paro­dontopatie, faringiti, esofagiti, gastriti, enteriti, [diarrea], dolori addominali (algomenorrea), congiuntivite, irritazioni cutanee (per impacco), tosse.

Controindicazioni e avvertenze: non note. Data la ricchezza in mucillagini potrebbe teori­camente inibire o ritardare l’assorbimento di principi attivi di farmaci contemporaneamente assunti, per cui è preferibile assumerla a distanza da altre preparazioni terapeutiche (Firen­zuoli, 2000).

Formulazioni e posologia:

Macerato a freddo estemporaneo: 1 cucchiaio di radice sminuzzata in acqua per 3-5 ore, senza far bollire, poi filtrato e bevuto (Firenzuoli, 2000)

Infuso di foglie: i principi attivi sono scarsi e non dosati, per cui ad esempio Firenzuoli scon­siglia questa preparazione (Firenzuoli, 2000)

Estratto fluido: 2-5 g/die (Refit 97); 30 gttx3/die in poca acqua (Qi&Phytos)

Polvere di radice: 6 g/die (refit 97); capsule da 500 mg: 2 cpx2-3/die (Firenzuoli, 2000)

Sciroppo semplice: EF 2-5 g portato a 100 g con sciroppo semplice FU (Ceccherelli et al, 2000)

Decotto: far bollire 30 g di droga in 1 litro di acqua per 15 minuti, filtrare e far raffreddare, usare per gargarismi e risciacqui ogni 2 ore (Penso, 1993)

Associazioni utili: Menta, Liquirizia, Zenzero; può essere associata ad altre piante lenitive o lassative ricche di mucillagini (Malva, Lino); oppure utilizzata come veicolo di oli essenziali ad attività balsamica e antispastica (es: OE Menta).

 

 

 

Bibliografia: [i] AAVV: Manuale Merck di Diagnosi e Terapia, Sezione 3: Malattie Gastrointestinali, 7Th Ed., Ed. Mediform Italia, Milano, 1999. [ii] Isselbacher K.J. et al. (eds): Harrison. Principi di Medicina Interna, 13Th Ed., Ed. Mac Graw Hill Italia, Milano, 1996. [iii] Zanussi C. (a cura di): Breviario terapeutica, Ed. Selecta Medica, Pavia, 2000 [vi] Valdoni A.: Manuale di Chirurgia, Ed. Vallardi, Roma, 1974. [v] Traidou P.: Histoire de la notion de maladie en Chine, Rev. Fr. D'Acupunct., 1999, 98:7-24. [vi] Minelli E., Sciantarelli C.,: L'agopuntura nella terapia del vomito in corso di chemioterapia, Quaderni di cure palliative, 1999, 7(2): 115-121. [vii] Ming O.( chief ed.): Terminology in TCM, Joint Publications, Hong Kong, 1989. [viii] Kespì J.M.: Cliniques, Ed. Guy Trèdaniel, Paris, 1989. [ix] Yuen J.C.: Energetica Generale, policopie, Ed. AMSA, Roma, 1997. [x] Bologna M., Di Stanislao C., Corradin M. et al.: Dietetica Medica Scientifica e Tradizionale, Ed. Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1999. [xi] Sciarretta C.: Lezioni di agopuntura, Vol I-III, policopie, Ed. AMA, Ancona, 1983. [xii] Borsarello J.F.: Gastroenterologie et Médicine Chinoise Tradittionnelle, Ed. Masson, Paris, 1987. [xiii] Dumitrescu I.: Agopuntura 2.2 (CD), Ed. Nuova Ipsa, Palermo, 1998. [xiv] Di Stanislao C., Galluzzo E.: Updating on usage of acupuncture and Chinese Traditional

Medicine in Gastroenterology, Probitiocs, Prebiotics & New Foods, Internetional Meeting, Roma, 2-4 settembre 2001, Atti, Ed. Idea CPA, Roma, 2001. [xv] Guelrud M, Rossiter A, Souney PF, Rossiter G, Fanikos J , Mujica V. The effect of vasoactive intestinal polypeptide on the lower esophageal sphincter in achalasia Gastroenterology 1992., 103: 377-382. [xvi] Kaada B. Successful treatment of esophageal dysmotility and Raynaud's phenomenon in systemic sclerosis and achalasia by transcutaneous nerve stimulation. Increase in plasma VIP concentration. Scand J Gastroenterol 1987., 22: 1137-1146. [xvii] Chang FY, Chey WY, Ou Yang A. Effect of transcutaneous nerve stimulation on esophageal function in normal subjects.Evidence for a somatovisceral reflex. Am J Chin Med 1996., 24: 185-192. Med 1994., 14: 174-179. [xviii] Guelrud M, Rossiter A, Soundey PF, Sulbaran M. Transcutaneous electrical nerve stimulation decreases lower esophageal sphincter pressure in patients with achalasia. Dig Dis Sci 1991., 36: 1029.1033. [xix] Tusheng S. Acupuncture at JianJing for treatment of achalasia of the cardia. J Tradit Chin., 1994; 14: 174-179. [xx] Di Stanislao C., Galluzzo E.: Patologia Gastroenterica, in Libro Bianco sull'Agopuntura e le altre Terapie della Tradizione Estro-Orientale, AAVV, Ed. SIA/CEA, Milano, 2000. Tesi le piante per lo stomaco di Marialucia Semicci e Maurizio Corradin [xxi] Massarani E.: Erbe in Cina, Ed. ESI, Milano-Roma, 1981. [xxii] Lie H.: L'impiego dei diversi principi erboristici tradizionali nelle più comuni sindromi degli Organi e Visceri, Riv. It. D'Agopunt., 1999, 97: 67-88. [xxiii] Di Stanislao C., Corradin M.: Note sullo Zenzero fra scienza e tradizione, Riv. It. D'Agopunt., 1999, 97: 49-56. [xxiv] Semizzi M.: Alcune piante per lo stomaco, Tesi Finale di Diploma, Corso di Fitoterapia Scientifica, AIRAS, Padova, 2001. [xxv] Giullaume G., Chieu M.: Pharmacopèe et Médicine Traditionnelle Chinoise, Ed. Presence, Paris, 1987. [xxvi] Bensky D., Gamble A.: Chinese Herbal Medicine, Materia Medica, Eastland Press, Seattle, 1986. [xxvii] Iommelli O., Di Stanislao C., Giannelli G., Lauro G.: Manuale di Fitoterapia Comparata, Ed. Casa Editrice Ambrosiana-Div. Zanichelli, Milano, in press.

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