martedì 18 settembre 2012

La fitoterapia energetico-costituzionale

La fitoterapia energetico-costituzionale

Un nuovo modo di fare fitoterapia

 

 

 


Per fitoterapia si intende il trattamento di una malattia o uno stato patologico con piante o rimedi derivati da queste. Il termine, introdotto dal francese Henri Leclerc, riguarda sia l’impiego scientifico che emprico dei diversi rimedi e viene attualmente annoverato fra le cosiddette Medicine Complementari o Non Convenzionali (MNC) (Weiss 1996; Formenti, 1999). Sebbene ampie e numerose siano le ricerche sui principi attivi presenti nelle diverse droghe vegetali da un esame della letteratura emerge che la maggior parte degli studi si basa su conoscenze empiriche, mai abbandonate in virtù della loro validità pratica (Corradin et al., 2000; Formenti, 2000). Anche se oggi la frattura fra fitoterapia popolare o empirica e fitoterapia scientifica è ampia, è indubbio che per molti secoli le due visioni furono fra loro indissolubilmente legate. Non solo, ma a questo va aggiunta la semplice considerazione che la sperimentazione scientifica ha un senso solo quando si basa sulle osservazioni “empiriche” desunte dalla medicina popolare.

Inoltre, molto spesso, la sperimentazione conferma quanto la medicina popolare ha sottolineato per moltissimi anni. Si tenga presente, infine, che lo studio scientifico ha una “storia” relativamente recente e solo da allora che questi due modi di intendere la fitoterapia si differenziano nettamente (Corradin et al., 1999). A proposito poi di modelli empirici, etnomedici o tradizionali, va aggiunto che, dalle ricerche effettuate con criteri scientifici, emerge in modo chiaro ed ineluttabile, che l’azione di una piante medicinale non è quasi mai riconducibile ai suoi principi o alla somma dei suoi singoli principi, ma dall’insieme dei componenti (attivi ed inerti) che costituiscono il cosiddetto fitocomplesso (Corradin et al., 2000; Monti, 1999). Il fitocomplesso, nel momento in cui agisce all’interno di un organismo vivente, da luogo ad una sinergia fitocinetica difficilmente prevedibile. I consensi continui della farmacologia moderna che mette a disposizione dei terapeuti principi attivi sempre più purificati e più numerosi hanno alimentato la convinzione invece che, ormai, è divenuto superfluo somministrare le piante medicinali in toto, e che, al contrario, può essere più redditizio ed efficace somministrare solo i principi attivi dotati di attività terapeutica.

Ma la pianta medicinale purtroppo (o fortunatamente) costituisce un’unità terapeutica nella quale i principi attivi formano dei fitocomplessi caratteristici legandosi ed interagendo con le altre molecole apparentemente inattive, le sostanze adiuvanti, che vengono eliminate nel corso del processo di purificazione (Iommelli et al., in press). Fra i più recenti modelli empirici di fitoterapia vi è quella definita “energetico-costituzionale”, sviluppatasi in Francia (Requena, 1985; Requena et al., 1987) nella metà degli anni ottanta e poi diffusasi in Italia (Di Stanislao et al., 1990; Paoluzzi, 1990; Di Stanislao et al., 1991) e Spagna (Bueno Cortes, 1991).Si tratta di un modello di studio dinamico e moderno che nasce dall’integrazione della impostazione Costituzionalistica proposta dalla Medicina Tradizionale Cinese, con lo studio e l’applicazione della Psiconeuroimmunoendocrinologia della Medicina cosiddetta Scientifica. Vengono così individuate cinque reattività di base prototipiche che combinandosi fra loro danno origine e spiegazione alla molteplicità delle forme umane. Avremo così cinque costituzioni fondamentali: Legno, Terra, Fuoco, Metallo, Acqua con delle proprie specifiche caratteristiche psico-morfotipologiche.

Ogni costituzione risponderà poi a delle caratteristiche psiconeuroimmunoendocrine ben definite. Inoltre se un individuo avrà caratteristiche globali in prevalenza toniche lo definiremo soggetto yang o viceversa se le sue caratteristiche globali saranno caratterizzate da astenia lo definiremo yin. Lo stesso modello lo possiamo applicare alle piante medicinali. Esse verranno caratterizzate in riferimento alle loro proprietà, alle indicazioni, ai principi attivi ed infine anche al “sapore” e alla “natura (calda o fredda” del vegetale, così come descritto nei vari erbari antichi). Pertanto avremo piante medicinali yin o yang per le costituzioni Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua. Una pianta verrà definita yin se globalmente ha un’azione tonica (riscaldante) o yang se ha un’azione deprimente (raffreddante).

Questo modello fornisce utili e pratiche possibilità sull’impiego di fitocomplessi sia per via topica sia orale, con risultati molte volte di grand’efficacia (Paoluzzi, 1995).Soprattutto consente di coniugare vari tipi di MNC d’impostazione costituzionalistica come oligoterapia diatesica, omeopatia ed omotossicologia, con una diagnosi univoca e possibile sinergie d’azione fra rimedi molto diversi (Mastrodonato, 2000).

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